Dal nostro inviato a Capri (Napoli)
Al 40° Convegno di Capri dei Giovani Imprenditori di Confindustria la presidente Maria Anghileri ha scelto parole nette e un tono appassionato per richiamare la politica e l’Europa alle proprie responsabilità. “Serve una riforma fiscale, altrimenti i giovani imprenditori under 35 getteranno la spugna”, ha avvertito dal palco del teatro di Capri, di fronte a imprenditori, rappresentanti istituzionali e ministri. “Non è sostenibile vivere in un Paese che ha raggiunto la pressione fiscale al 42,5% mentre cresce dello zero virgola. Non vogliamo più vivere in un Paese dove una giovane azienda paga in percentuale più tasse di un colosso da triliardi di capitalizzazione”.
Il cuore della proposta dei Giovani Imprenditori si chiama Youth Deal, un piano di rilancio per abbattere il carico fiscale, burocratico e amministrativo sui giovani che fanno impresa.
“Chiediamo il coraggio di introdurre uno Youth Deal, un pacchetto di misure fatto di incentivi fiscali, semplificazioni, prestiti agevolati, sovvenzioni dirette ed equity”, ha spiegato Anghileri. “Fatelo, e fatelo in fretta.”
Secondo la presidente, non si tratta solo di alleggerire il peso fiscale, ma di invertire una tendenza che rischia di svuotare il Paese: “Centomila laureati italiani in due anni hanno lasciato l’Italia e 153mila imprese guidate da under 35 hanno chiuso o si sono trasferite all’estero negli ultimi dieci anni. Sono 42 imprese giovani al giorno: sogni infranti, idee e innovazioni regalate ai nostri concorrenti”.
Un’Europa lenta e divisa
Nel suo intervento, Anghileri ha allargato lo sguardo oltre i confini nazionali, rivolgendo critiche severe all’Europa, accusata di lentezza e frammentazione. “L’Europa continua a essere la somma di 27 Stati nazione più competitivi che cooperativi. Ci manca una difesa comune, un vero mercato unico, un debito comune. E per compensare ci inventiamo una patrimoniale sulle imprese: la Core. Come se non avessimo già abbastanza tasse a livello nazionale”.
Secondo Anghileri, l’Europa non può limitarsi a essere “campione di regole” mentre perde terreno sulle tecnologie chiave del futuro. “Chi compete davvero sull’Intelligenza Artificiale sono America e Cina. E chi resta spettatore pagante? Noi, l’Europa”.
La ricetta è chiara: più coraggio, più unità, più visione. “Questo non è il tempo di rimandare. È il tempo dell’unità. Abbiamo bisogno di un’Europa più unita, più veloce, più incisiva sulle scelte strategiche”.
Dal 28° Regime alla Filiera Futuro
Accanto allo Youth Deal, Anghileri ha rilanciato la proposta del cosiddetto 28° Regime europeo, “una misura rivoluzionaria per le Pmi e le start up, che permetterebbe di operare in tutti i 27 Stati dell’Unione con le stesse regole”.
L’Italia – ha detto – “deve sostenerlo e farlo diventare realtà”.
Il progetto si inserisce in una visione più ampia, quella della Filiera Futuro, un piano per rimettere al centro natalità, istruzione, innovazione e giovani imprese. “Negli ultimi anni il nostro Sistema Paese è diventato profondamente ingiusto nei confronti dei giovani, sia che vogliano fare impresa sia che abbiano scelto un lavoro dipendente”, ha spiegato.
Energia e burocrazia, i due nodi da sciogliere
Nel suo intervento, Anghileri ha toccato anche due dei temi più critici per la competitività italiana: il costo dell’energia e il peso della burocrazia.
“Siamo fra coloro che pagano l’energia più cara d’Europa. È cruciale rendere operativo il Decreto Energia entro il 2025, perché anche nei prossimi tre anni l’energia in Italia costerà il 40% in più della media europea”.
E poi la burocrazia: “Siamo schiacciati dai costi occulti delle regole, che valgono 110 miliardi di euro l’anno. Se le norme fossero meno, più semplici e meno ambigue, il Pil sarebbe oggi più alto del 5%”.
“Il ritmo giusto dell’Italia”
Nel concludere la sua relazione, Anghileri ha voluto riportare il discorso al titolo del convegno, “Ritmo. Il tempo dell’impresa che cresce”. “Il ritmo non è solo velocità: è visione, armonia, cuore. L’Italia ha nel suo Dna il ritmo giusto: quello di chi non si arrende, di chi osa, di chi sa coniugare bellezza e impresa”, ha detto.
Un ritmo che, secondo la presidente dei Giovani Imprenditori, “nasce da ciò che siamo sempre stati: un Paese che vive di umanesimo industriale, dove la tecnologia è a servizio dell’uomo, non lo sostituisce; dove l’innovazione cresce dentro una visione di comunità”. Ed è da lì – ha concluso – “che può davvero ripartire il futuro”.
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