“Il cloud sovrano non è un tema tecnico, ma una scelta industriale. Significa decidere se l’innovazione, i dati e la sicurezza delle nostre imprese resteranno patrimonio del Paese o diventeranno dipendenze tecnologiche da altri continenti”. Così Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim e delegato alla Transizione digitale di Confindustria, è intervenuto al 40simo Convegno dei Giovani Imprenditori a Capri.
Per Labriola, la questione del cloud e delle infrastrutture digitali è tutt’altro che burocratica. “Il digitale non è un servizio accessorio, ma l’infrastruttura su cui si basa la crescita dell’economia. Scegliere un cloud europeo significa difendere il valore delle imprese italiane, garantire sicurezza dei dati e autonomia tecnologica. Non possiamo competere in un mondo in cui altri controllano le piattaforme”, ha detto.
Da qui l’appello a politiche industriali più mirate. “Il cloud sovrano è la base per costruire una competitività duratura. Servono politiche industriali e regole che premino chi investe”, ha evidenziato.
Nel suo intervento, Labriola ha inoltre sottolineato come la connettività resti il prerequisito per la crescita. “Senza connessioni non c’è competitività e non c’è transizione digitale. Possiamo avere le migliori idee, ma se mancano reti, cloud e energia sostenibile, l’innovazione resta sulla carta”, ha precisato.
L’ad di Tim ha poi richiamato l’attenzione sul nodo dei costi energetici rimarcando che “l’Italia paga un costo dell’energia più alto del 70% rispetto alla media europea. È un handicap che rallenta i data center, aumenta i costi operativi e frena la nascita di un vero ecosistema digitale nazionale”.
Per accelerare la trasformazione, Labriola ha indicato tre priorità: “Energia a costi competitivi, incentivi per tecnologie europee e cloud sovrano per garantire indipendenza tecnologica. La transizione digitale non si fa a parole: servono infrastrutture, regole e una visione industriale chiara”.
E conclude con un monito sulla velocità del cambiamento: “Dobbiamo agire con velocità e decisione, siamo in un mondo che va a una velocità completamente diversa dal passato. Non possiamo continuare a guidare la macchina guardando nello specchietto retrovisore”.
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