Gli investitori ora tolgono il like. Facebook e Instagram starebbero infatti crollando come ambienti pubblicitari efficaci, mentre media “premium” quali Netflix, Disney+ e Spotify aumentano fino al 40% le intenzioni di acquisto. Secondo un nuovo studio internazionale realizzato da The Trade Desk in collaborazione con PA Consulting, i social network non rappresentano il terreno più fertile per la pubblicità efficace. Piattaforme come Facebook e Instagram ottengono infatti punteggi più bassi in termini di fiducia, qualità percepita e autorevolezza del contesto, rispetto ai media digitali considerati “premium”.
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Il declino delle piattaforme social come Facebook e Instagram, un tempo considerate un Eldorado per la pubblicità, appare tracciato secondo il report realizzato sull’argomento. Questi ambienti, infatti, sarebbero oggi percepiti come “disordinati e frammentati“. Al loro interno – questa è la critica sollevata – la pubblicità si confonderebbe troppo con contenuti sponsorizzati e politici, minando la fiducia complessiva degli utenti e riducendo drasticamente l’efficacia delle campagne. Anche YouTube e Amazon Prime Video – sempre secondo lo studio – pur offrendo contenuti di qualità, soffrirebbero di un’esperienza utente discontinua e di interruzioni pubblicitarie invasive, fattori che compromettono ulteriormente la performance degli annunci.
Al contrario, i media digitali “premium” come Netflix, Disney+ e Spotify emergono nel report come gli ambienti pubblicitari più efficaci e affidabili. Lo studio evidenzia come l’inserimento di annunci in questi contesti non solo rafforzi la reputazione del brand, ma aumenti fino al 40% le intenzioni di acquisto, migliorando al contempo la percezione di qualità, innovazione e affidabilità. I contenuti pubblicitari inseriti in ambienti premium risultano infatti 1,5 volte più efficaci nel rafforzare la reputazione del marchio e 1,9 volte più autorevoli rispetto a quelli diffusi su media meno qualificati.
Alla base del concetto di “premium” vi sono due elementi fondamentali: il brand del media, che trasmette coerenza e autorevolezza, e l’esperienza complessiva dell’utente, caratterizzata da un’interfaccia fluida e ben integrata con gli annunci pubblicitari. Quando questi fattori si combinano, la piattaforma diventa garante di status e credibilità, amplificando l’impatto delle campagne. Non a caso, l’85% dei consumatori dichiara di fidarsi maggiormente dei brand che investono in ambienti di qualità.
Lo studio ha analizzato oltre 30 piattaforme digitali, classificandole secondo una scala di “premiumness”. Disney+ e Netflix dominano nel settore video grazie alla solidità del marchio e a un’esperienza utente coerente. Nel comparto audio, Spotify si distingue per il design personalizzato e la capacità di generare fino al 30% di associazioni positive in più con i brand inserzionisti.
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