Scusi, dottore, ma lei quante recensioni ha? Perché la verità è che siti, app e intelligenza artificiale stanno sempre più entrando nel mondo della salute, tanto che la Sanità fai-da-te sta diventando l’alternativa a un sistema spesso lento e imprevedibile. È, in pratica, l’utilizzo della IA in modo da migliorare la nostra vita, il segnale – appunto – che anche la medicina non può ormai più sfuggire alle regole del web. I numeri dell’ultimo Outlook Salute Italia di Deloitte, relativo al 2024, sono chiari: sempre più italiani scelgono di prenotare le proprie visite mediche tramite piattaforme online, e sempre più medici di base organizzano le loro agende digitalmente in modo da non avere affollamenti e lunghe attese in studio. In questo campo ci sono diverse di opzioni su Internet e sugli store di iPhone e Android, e nomi come MioDottore, DoctorLib, DoctorApp, Top Doctors Italia o iDoctors sono diventati quelli di riferimento.
Con applicazioni anche locali – come Salutile di Regione Lombardia – che hanno versioni dedicate ai Pronto soccorso, per conoscere al momento i numeri di interventi in corso e i tempi di attesa.
Il servizio è dunque completo, e il successo accende lo sviluppo tecnologico. iDoctors, per esempio, ha integrato l’intelligenza artificiale registrando una crescita verticale soprattutto tra i giovani: «Il nostro obbiettivo è stato sempre quello di rendere più diretto il rapporto tra il medico e il paziente», spiegano Paola Conti e Pierluigi De Vittorio, co-fondatori del servizio digitale, «Con questa innovazione aggiungiamo la rapidità della scelta come valore aggiunto». E allora ecco Sof-IA, un’assistente virtuale su una piattaforma che a oggi conta oltre 900mila utenti registrati, 18mila prenotazioni mensili e 12.000 medici specialisti attivi in tutta Italia. Con più di 500 centri polispecialistici partner e 100.000 recensioni verificate da pazienti reali, che poi sono il vero tesoro per una scelta consapevole.
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A tutto questo si aggiungono i 300mila download dell’app (+10% nelle prenotazioni in un solo anno), per avere risposte a domande complesse. Per esempio: «Cerco un medico a Milano specialista in dermatologia e che riceva al pomeriggio» si trasforma nella segnalazione all’utente del dottore più adatto per visite in studio, online o a domicilio. Secondo patologia, orari, tempistiche, geolocalizzazione, recensioni (appunto), modalità di pagamento e accessibilità.
Ricette
Poi ci sono altre app come Doctor Lib o DoctorsApp che consentono, tra l’altro, la condivisione di documenti come richieste e ricette in una chat privata con lo specialista, nonché la creazione di un profilo familiare per gestire le singole necessità. Oppure MioDottore che punta su un pubblico vasto ed è sempre più usata anche dai medici di base: «Negli ultimi anni abbiamo assistito a un cambiamento strutturale nel modo in cui i pazienti gestiscono la propria salute, spinti dal bisogno di rapidità, trasparenza e autonomia», spiega Luca Puccioni, fondatore e ceo, «I dati dicono che dal 2021 al 2024 le prenotazioni delle visite su MioDottore sono aumentate del 256%. Oggi la nostra piattaforma riunisce oltre 300mila operatori sanitari e registra in media 11mila visite mensili, confermando come la digitalizzazione stia diventando un elemento imprescindibile nel percorso di cura e nella relazione tra medici e pazienti».
Esempi che confermano i dati più recenti di Deloitte: più di un italiano su due ormai prenota prestazioni mediche online, mentre il 38% si rivolge specificamente alle piattaforme. Con la fascia d’età che sfrutta maggiormente l’app sugli smartphone, quella che va dai 18 ai 24 anni, che ha fatto segnare un’impennata del 90% negli ultimi dodici mesi. Un successo trasversale (più uomini usano le app, più donne passano per il web), che premia specialità come dermatologia (10%), otorinolaringoiatria (8%), ginecologia (8%), urologia (8%), ecografia (8%), ortopedia (7%), proctologia (6%) e oculistica (6%), ma che non trascura tutti gli ambiti sotto il giuramento di Ippocrate.
Le regioni
A livello territoriale, la Lombardia primeggia con il 36% delle prenotazioni mediche online, seguita dal Lazio con il 20%, confermando come la digitalizzazione della Sanità stia avanzando soprattutto nelle aree urbane e più popolate, dando però la possibilità, anche a quelle più isolate, di poter accedere a ciò che sembrava troppo lontano.
La partnership con centri medici privati di rilievo su tutto il territorio nazionale ha fatto il resto, contribuendo ad ampliare la rete e l’offerta di servizi disponibili; e la possibilità di videoconsulti e screening ha allargato la fascia degli utilizzatori. Si può fare, insomma: in attesa che la Sanità pubblica trovi la chiave per sfoltire code e liste di attesa, quella digitale ha già aperto la porta al futuro del nostro star bene. E per questo si guadagna un bel like.
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