Successo per il click day per gli incentivi auto elettriche: i fondi, 595 milioni di euro, sono finiti in poche ore. Erogati 55.680 voucher, cioè buoni per ottenere lo sconto dal concessionario.
Ma un’analisi del Global Equity team di Algebris Investments accende i fari sulle falle del meccanismo bonus partendo dal caso Usa. Le vendite di veicoli elettrici negli Stati Uniti hanno raggiunto un nuovo massimo nel 3° trimestre 2025, con circa 438.000 unità immatricolate, i+41% rispetto al trimestre precedente e del 30% su base annua, portando la quota EV a circa il 10,5% delle nuove immatricolazioni. Una parte rilevante dell’aumento appare legata a una domanda anticipata, con gli acquirenti che si sono affrettati a usufruire del credito federale di 7.500 dollari prima della sua scadenza a fine settembre.
Con il venir meno degli incentivi e l’assenza di nuove misure di supporto nel breve termine, però, il trimestre ha messo in evidenza la fragilità della domanda strutturale di auto elettriche in assenza di sussidi, segnalando un contesto di policy meno favorevole.
Questo scenario si intreccia con una transizione industriale complessa. Per le case automobilistiche, il passaggio dai motori a combustione ai veicoli elettrici si sta rivelando impegnativo: la regolamentazione rimane stringente, la domanda finale è eterogenea e la concorrenza cinese sempre più aggressiva. I produttori stanno facendo pressione per una transizione più graduale e Bruxelles sta cominciando ad allentare la pressione viste anche le continue perdite del settore e gli annunci di chiusure di stabilimenti e di licenziamenti di massa.
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Negli Stati Uniti, il cosiddetto One Big Beautiful Bill ha di fatto smantellato l’applicazione delle norme Ca,fe eliminando le sanzioni per il mancato rispetto dei target di CO2; inoltre, una possibile revisione della Epa Endangerment Finding potrebbe allentare ulteriormente i vincoli sulle emissioni. In Europa, la Commissione ha ammorbidito a marzo lo step intermedio dei target CO2 del 2025 e anticipato la revisione delle regole sull’addio ai motori termici.
“Nel complesso”, spiegano gli analisti di Algebris, “questi sviluppi delineano un percorso di transizione più lungo e irregolare, con un mercato potenzialmente più vulnerabile ogni volta che viene meno la rete di sicurezza rappresentata dai sussidi.
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