Mentre i mercati finanziari continuano la loro corsa sostenuta, spesso immuni alle incertezze geopolitiche e macroeconomiche, gli investitori si interrogano su dove individuare i prossimi motori di crescita strutturale. Secondo gli analisti di WisdomTree, nel loro ultimo Thematic Outlook, esistono cinque aree capaci di intercettare i grandi cambiamenti globali e offrire opportunità di rendimento nel medio-lungo periodo.
“L’Europa è in fase di riarmo, il nucleare sta tornando in auge, la sicurezza informatica è sempre più importante, le catene di approvvigionamento dei minerali critici stanno cambiando e la blockchain sta entrando nel panorama finanziario tradizionale. – afferma Mobeen Tahir, director macroeconomic research & tactical solutions di WisdomTree – Movimenti tettonici nella politica globale influenzeranno inevitabilmente i mercati. Nel corso del processo, questi cinque temi potrebbero suscitare l’interesse degli investitori”.
1. Difesa: l’Europa accelera verso l’autonomia
Dopo decenni di sottoinvestimenti e dipendenza dagli Stati Uniti, il Vecchio Continente punta a costruire una capacità di difesa autonoma. Tra il 2021 e il 2024, gli investimenti militari dei Paesi Ue sono cresciuti di circa il 30 per cento.
“Aziende come Helsing, – precisa Tahir – che di recente ha dato dimostrazione del proprio software per pilotare in modo autonomo un caccia Gripen, mettono in luce la rapidità con cui la relativa tecnologia europea sta avanzando”. Nel frattempo, il nuovo obiettivo della Nato di destinare il 5% del Pil alla spesa per la difesa entro il 2035 richiederà innovazioni finanziarie. L’Europa potrebbe ricorrere a emissioni obbligazionarie comuni, replicando il modello adottato durante la pandemia per sostenere i programmi di spesa.
2. Energia: il ritorno del nucleare
La crescente domanda energetica globale, alimentata dall’espansione dell’intelligenza artificiale, sta riportando il nucleare al centro della transizione energetica. Aziende come Oklo puntano a implementare mini-reattori entro il 2027, mentre Stati Uniti, Francia e Cina pianificano forti aumenti di capacità. Anche le big tech si muovono: Meta e Microsoft hanno siglato contratti pluriennali con centrali nucleari per alimentare i propri data center. L’uso dell’IA da parte di società come Palantir nella progettazione dei reattori promette di ridurre costi e ritardi, trasformando il nucleare in un settore tanto strategico quanto tecnologico.
3. Cybersecurity: la nuova frontiera dei conflitti
I conflitti moderni si combattono anche nel cyberspazio. Non per niente la Nato ha incluso la cybersecurity tra le priorità di investimento, mentre governi e aziende rafforzano le difese digitali contro attacchi sponsorizzati da stati. Il Fmi stima che, entro il 2027, le perdite globali causate da attacchi informatici possano toccare i 23.000 miliardi di dollari. Un sondaggio condotto da Team8 rivela che, nonostante i vincoli di bilancio, oltre la metà delle imprese aumenterà la spesa per la sicurezza IT nel 2025. Il rischio informatico è ormai sistemico, e la risposta in termini di investimenti appare inevitabile.
4. Minerali critici: la sfida delle terre rare
Dalle tecnologie verdi ai sistemi militari, le terre rare sono diventate un asset strategico. La Cina controlla circa il 70% dell’estrazione e quasi il 90% della raffinazione, generando una dipendenza che molti Paesi intendono ridurre. Gli Stati Uniti stanno guidando la Minerals Security Partnership, con il supporto di Canada, Australia e Giappone, per creare nuove catene di approvvigionamento. Aziende come Apple hanno già iniziato a diversificare, passando a fornitori come MP Materials.
5. Blockchain: la finanza entra in una nuova era
La digitalizzazione del denaro avanza. Dopo l’esclusione della Russia dal sistema Swift, i Paesi dei Brics stanno lavorando a infrastrutture alternative, mentre gli Stati Uniti hanno scelto di regolamentare e legittimare le stablecoin, trasformandole in un potenziale strumento di proiezione del dollaro. Parallelamente, cresce la tokenizzazione: gli asset basati su blockchain superano ormai i 25 miliardi di dollari, con istituzioni finanziarie sempre più interessate all’efficienza del regolamento in tempo reale e alla riduzione dei costi operativi.
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