C’era una volta un re. C’erano pure un Papa, un principe, un vessillo sventolante, una spada alzata. E ci sono ancora oggi, incisi sul metallo. Vivi più che mai. Perché quelle non sono solo immagini, ma testimonianze antiche fissate per sempre su oro, argento e bronzo. Le medaglie storiche costituiscono uno dei segmenti più evocativi e spesso a torto sottovalutati del collezionismo. Meno conosciute delle monete, che venivano coniate per circolare su la larga scala, queste piccole opere d’arte sono nate invece per celebrare momenti e persone a tiratura limitata.
«Pur avendo un mercato più ristretto rispetto alla numismatica, la medaglistica esprime una maggiore raffinatezza dal punto di vista estetico e può raggiungere cifre molto importanti in fase di compravendita. Gli appassionati sanno che un pezzo pregiato rappresenta sicuramente un buon investimento, viste le caratteristiche di esclusività che le medaglie hanno per loro natura», spiega a Moneta Gabriele Tonello, responsabile dipartimento Numismatica di Aste Bolaffi. E infatti la reattività dei collezionisti è piuttosto elevata: «Quando arrivano esemplari importanti, le cifre salgono di molto e le richieste si susseguono».
Matrimoni e funerali
Tra i pezzi più celebri passati sotto il martello di Bolaffi svetta una medaglia d’oro coniata in Polonia nel 1646 in occasione delle nozze tra Giovanni II Casimiro Vasa e Maria Ludovica Gonzaga-Nevers, nobile italiana. Un disco d’arte e politica assegnato per 180mila euro. Un altro esempio italiano di valore riguarda la medaglia commemorativa della morte di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, coniata in oro e argento. Sul rovescio, un’incisione del Pantheon romano, luogo di sepoltura del sovrano. Il valore simbolico, l’iconografia e i metalli preziosi hanno portato a una valutazione vicina a 30mila euro. «Tra Settecento e Ottocento sono state realizzati esemplari molto belli, poi ci sono le medaglie annuali dei Papi, che pure rappresentano una testimonianza storica, artistica e di fede molto apprezzata», argomenta ancora Tonello. I pontefici del Rinascimento e del Barocco, come Clemente VIII e Urbano VIII, con le loro effigi valgono oggi alcune migliaia di euro.
I record assoluti si trovano però nelle compravendite internazionali: la Charlotte Medal britannica incisa nel 1788 è stata venduta nel 2008 per oltre 873mila dollari. A fare la differenza nelle quotazioni è innanzitutto il materiale (oro e argento aumentano il valore, è chiaro) e poi contano anche i moduli, ovvero le dimensioni. «Ci sono medaglie in oro con diametri di oltre 50 millimetri o medaglie del Regno d’Italia da oltre 70 grammi di peso», annota l’esperto. In questo segmento del collezionismo, anche gli eventi del passato hanno un loro impatto effettivo sul presente: un’incoronazione reale ha una rilevanza maggiore rispetto all’apertura di un convegno o di un’esposizione fieristica. Ne deriva una diversa attribuzione di valore. Lo stato di conservazione è senza dubbio fondamentale, ma in questo caso – a differenza di quanto avviene per altri beni da collezione – il problema è relativo.
Mani attente
«Nella maggioranza dei casi, le medaglie arrivano a noi in buonissime condizioni perché storicamente sono passate attraverso mani attente e spesso di altissima estrazione sociale. Questo significa peraltro che la provenienza è essa stessa un elemento di unicità», aggiunge ancora Tonello. I super collezionisti prestano poi massima attenzione a eventuali errori di conio, che aumentano la rarità. Recentemente è accaduto con una medaglia celebrativa del primo anno di pontificato di Papa Francesco: «Un refuso sull’incisione aveva inizialmente dato il via a un collezionismo sfrenato che aveva fatto salire lì per lì le quotazioni, ma senza un vero seguito». Al riguardo, va considerata una dinamica tutta interna al mercato delle medaglie: in questo settore non esiste infatti un «Santo Graal» ambito da tutti gli appassionati, perché «nei secoli, regnanti e Papi hanno fatto realizzare molti esemplari di particolare pregio e non c’è dunque un modello in assoluto preferibile a tutti gli altri».
Benché poco conosciute dal grande pubblico, queste opere cesellate o incise hanno però un grande potenziale economico e commerciale, almeno secondo gli esperti. E il motivo è presto spiegato: «A differenza delle monete, sul mercato le medaglie sono molte meno e il loro valore salirebbe dunque facilmente, qualora l’attenzione per questo settore crescesse ancora». Come spesso accade, l’investimento è anche una scommessa. Chi mette in cassaforte un oggetto di questo tipo, peraltro, non può pensare unicamente alla rendita o all’eventuale riprezzamento. Innanzitutto, ci deve essere la soddisfazione di avere tra le mani un piccolo pezzo di storia. Un monumento in miniatura, dritto e rovescio.
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