Dal 28 ottobre 2025 al 18 gennaio 2026, il Palazzo delle Esposizioni di Roma ospita Restituzioni 2025, la grande mostra promossa da Intesa Sanpaolo e Azienda Speciale Palaexpo, prodotta in collaborazione con il ministero della Cultura e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. L’esposizione celebra la XX edizione di “Restituzioni”, il più longevo programma di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico nazionale sostenuto da un’impresa privata in collaborazione con le istituzioni pubbliche. Un’iniziativa che, in oltre 36 anni di attività, ha permesso il recupero e la restituzione alla collettività di oltre 2200 opere.
Con questa ventesima edizione, il Gruppo guidato dal ceo Carlo Messina conferma un modello d’intervento che, pur nascendo nel campo della cultura, ha un impatto diretto sull’economia della tutela e sull’indotto della ricerca, della formazione e dell’artigianato specializzato. “Restituzioni” rappresenta infatti un esempio virtuoso di partenariato pubblico-privato, in cui la banca finanzia interventi di restauro su beni appartenenti a musei pubblici, diocesani o ecclesiastici, siti archeologici e chiese in tutta Italia, individuati di concerto con Soprintendenze, Direzioni Regionali Musei Nazionali e Musei autonomi.
La mostra di Roma raccoglie 117 opere restaurate delle 128 complessivamente coinvolte tra il 2022 e il 2025, provenienti da 67 enti proprietari distribuiti in tutte le regioni italiane, selezionate con un unico criterio: rispondere alle esigenze di tutela espresse dai territori. La curatela scientifica è affidata a Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco e Carlo Bertelli, quest’ultimo in qualità di curatore emerito.
“Restituzioni giunge alla ventesima edizione confermando, in quasi quarant’anni di storia, un impegno portato avanti con cura e dedizione da Intesa Sanpaolo, una grande impresa privata che è al fianco delle istituzioni pubbliche nel proteggere la bellezza artistica, l’identità e le radici culturali del Paese. Oggi condividiamo il recupero di oltre 120 preziosi pezzi del patrimonio d’arte nazionale, a conclusione di un appassionato percorso di lavoro e approfondimento fatto con importanti studiosi e con i migliori professionisti del restauro, eccellenza italiana nel mondo. Ammirare queste opere, a Roma nell’anno del Giubileo, sottolinea in modo particolare il valore del progetto Restituzioni, un’assunzione di responsabilità nei confronti del patrimonio culturale italiano e delle tante comunità locali coinvolte”, ha affermato Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo.
Il percorso espositivo presenta capolavori di artisti noti al grande pubblico – da Giovanni Bellini a Bartolomeo Vivarini, Giulio Romano, Battistello Caracciolo, Luca Giordano, Mario Sironi e Pino Pascali – accanto a oggetti di rara suggestione che raccontano la varietà del patrimonio artistico italiano. Tra questi, spiccano l’arpicordo di Giovanni Antegnati (metà Cinquecento), la draisina ottocentesca proveniente da Gallarate (VA), un arco da Samurai e una barca siamese dal Castello Ducale di Agliè (TO), la barca cucita di oltre quattro metri del MAN di Adria (RO), due abiti in stile Charleston da Roma, la pianeta e la stola in penne di colibrì di manifattura messicana, il letto in osso di età romana da Chieti e il Reliquiario a tabella da Serra San Bruno (VV). Per la prima volta, il programma apre anche agli strumenti scientifici, presentando una macchina planetaria dal Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.
Tra i capolavori più significativi figurano la Cariatide da Villa Adriana di Tivoli, l’Arazzo dell’Ingresso in Palestina dell’esercito di Vespasiano e Tito dalla Fondazione Cini di Venezia, la Croce dipinta da Pisa, l’arazzo su cartone di Raffaello del Museo Pontificio della Santa Casa di Loreto, la Madonna con il Bambino di Pietro Alemanno da Capua, il rilievo rinascimentale del Bargello di Firenze e quello costantinopolitano di Ravenna. Di grande rilievo anche i dipinti di Simone Peterzano da Como, Fra’ Galgario della Pinacoteca di Brera, Colantonio da Capodimonte e un consistente nucleo seicentesco con opere di Nicolas Régnier, Luca Giordano, Ludovico David, Giovanni Lanfranco, Battistello Caracciolo e Mattia Preti. L’arte moderna e contemporanea è rappresentata da Mario Sironi, Massimo Campigli, Hans Lendorff, Giulio Aristide Sartorio, Angelo Zanelli, Felice Carena, Emanuele Cavalli e Pino Pascali.
Una menzione particolare merita la collaborazione internazionale Italia-Belgio che ha reso possibile il restauro del Retablo con l’Adorazione dei Magi della chiesa milanese dei Santi Apostoli e Nazaro Maggiore, opera di Jan II Borman. L’intervento è stato condotto presso l’Institut Royal du Patrimoine Artistique (IRPA) di Bruxelles, grazie alla cooperazione tra la Soprintendenza e la Diocesi di Milano, la Fondation Périer-d’Ieteren, i Fonds Jean-Jacques Comhaire e René et Karin Jonckheere della Fondation Roi Baudoin e Intesa Sanpaolo.
Altro restauro monumentale riguarda gli affreschi dell’abside della chiesa di Santa Maria foris portas nel Parco Archeologico di Castelseprio (VA), una delle più preziose testimonianze dell’arte pittorica medievale lombarda. L’intervento, realizzato in collaborazione con la Direzione regionale Musei nazionali Lombardia, ha permesso una completa mappatura dello stato di conservazione e un’importante operazione di pulitura.
In questa edizione hanno lavorato 60 laboratori di restauro e decine di conservation scientist impegnati nella diagnostica, tra cui il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” di Torino e l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma. Le opere restaurate coprono 35 secoli di storia, offrendo un panorama che va dall’antichità al contemporaneo.
Marco Delogu, Presidente di Palaexpo, ha sottolineato come la mostra celebri anche la tradizione italiana del restauro. “La mostra parte da sei statue di età romana e ci conduce in un percorso straordinario che unisce linguaggi e secoli diversi, fino all’opera di Pino Pascali, più volte esposto nel nostro Palazzo. Fondamentale in questo progetto è il ruolo di Azienda Speciale Palaexpo, che collabora alla produzione della mostra, confermando la sua missione di promuovere e condividere la conoscenza dell’arte in tutte le sue forme. Il grande valore di Restituzioni 2025 è quello di mettere al centro il lavoro delle restauratrici e dei restauratori, protagonisti silenziosi ma essenziali, il cui sapere tecnico e scientifico è oggi decisivo tanto per l’arte antica quanto per quella contemporanea. A loro, agli artefici di questi restauri, vorrei idealmente dedicare questa mostra”, ha affermato Delogu.
Per ragioni conservative e dimensionali non sono presenti in mostra due colossali opere del territorio bresciano: Il Martirio di San Vitale di Sebastiano Ricci e La Vergine che intercede presso Dio la liberazione delle anime purganti di Andrea Celesti, insieme al Compianto sul Cristo morto di Agostino de Fondulis. Non figura nemmeno il Cavallo colossale di Antonio Canova, restaurato in questa edizione, che sarà invece esposto alle Gallerie d’Italia di Milano nella mostra Eterno e Visione. Roma e Milano capitali del Neoclassicismo, dal 28 novembre 2025.
Nel suo complesso, Restituzioni rappresenta oggi uno dei più importanti investimenti privati nel settore culturale in Italia, parte integrante del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo: un piano triennale che comprende mostre, attività didattiche e sinergie internazionali, e che valorizza un patrimonio di 40.000 opere d’arte custodite nelle Gallerie d’Italia di Milano, Napoli, Torino e Vicenza.
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