In Europa cresce la consapevolezza che è necessario puntare sulla sovranità anche nell’intelligenza artificiale. Uno scenario in cui l’Italia emerge tra i Paesi leader: il 71% delle organizzazioni nazionali prevede di aumentare gli investimenti in soluzioni di IA sovrana nei prossimi due anni, subito dopo la Germania (73%) e davanti a Svizzera (64%) e Spagna (63%).
A rivelarlo uno studio Accenture che però mette in luce diverse criticità. Per cominciare, la dipendenza dall’estero: il 65% delle organizzazioni europee riconosce di non poter restare competitiva senza la collaborazione di fornitori tecnologici non europei, mentre il 57% valuta l’utilizzo di soluzioni sovrane offerte sia da provider europei, sia extraeuropei. Un altro punto critico è la necessità di un aiuto da parte delle istituzioni: il 73% delle organizzazioni ritiene che governi e istituzioni (come l’Ue) debbano svolgere un ruolo attivo nel rafforzare la sovranità digitale europea, attraverso regolamentazione, incentivi e investimenti pubblici.

L’IA sovrana si riferisce alla capacità di un Paese di sviluppare e implementare sistemi di intelligenza artificiale utilizzando infrastrutture, dati, modelli e talenti locali. Questo approccio consente di proteggere i dati da accessi esterni, rafforzare la competitività e ridurre la dipendenza da fornitori tecnologici non europei. In Europa, il 62% delle organizzazioni dichiara di essere alla ricerca di soluzioni sovrane, spinte dall’attuale incertezza geopolitica. Le preoccupazioni sono particolarmente forti in Paesi come Danimarca (80%), Irlanda (72%) e Germania (72%). I settori con requisiti regolatori e dati sensibili sono i più inclini ad adottare soluzioni sovrane, in particolare quello bancario (76%), della pubblica amministrazione (69%) e dell’energia (70%).
Nei prossimi due anni, questa tendenza è destinata a crescere: il 60% delle organizzazioni europee prevede di aumentare gli investimenti in tecnologie di IA sovrana.
A livello normativo, solo un terzo (il 36%) dei progetti di IA e dei relativi dati necessita un approccio sovrano, in ragione di motivi regolatori o di sensibilità dei dati trattati. Tali misure riguardano in misura maggiore i settori dei mercati finanziari e dei servizi pubblici.
Vantaggio competitivo
Una preoccupazione che però si scontra con altri risultati dello studio: solo il 19% delle organizzazioni considera oggi l’IA sovrana un vero vantaggio competitivo, mentre quasi la metà (il 48%) la adotta principalmente per motivi di conformità normativa. Inoltre, solo il 16% delle imprese europee ha portato il tema della sovranità dell’IA all’attenzione del ceo o del consiglio di amministrazione.
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Appalti a rischio se l’intelligenza artificiale diventa criminale
Mauro Macchi, ceo Accenture Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), ha commentato: “L’Europa si trova davanti a un paradosso. Da una parte i suoi leader comprendono la necessità di accelerare l’adozione dell’intelligenza artificiale per stimolare innovazione e crescita, ma dall’altra, poiché la maggior parte delle tecnologie proviene da fuori regione, ritengono che ciò rappresenti un rischio. Un approccio sovrano all’IA può risolvere questo dilemma, permettendo alle organizzazioni europee di proteggere le proprie attività critiche senza rallentare la competitività. Solo con un’economia innovativa e dinamica potremo investire nel rafforzamento dell’ecosistema tecnologico europeo e consentire ai nostri campioni locali di competere su scala globale”.
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