Cento anni di storia, una campagna di produzione da pomodoro fresco appena conclusa e una filiera agricola che rappresenta il cuore pulsante di un marchio simbolo del Made in Tuscany. A Venturina Terme, Italian Food S.p.A. ha celebrato la filiera del pomodoro Petti con una serata speciale dedicata ai propri agricoltori: un momento di condivisione e riconoscenza verso chi, ogni anno, contribuisce alla qualità e all’identità di un prodotto che ha fatto la storia dell’agroindustria toscana.
Cento anni d’eccellenza
L’evento, organizzato a chiusura dell’anno del centenario del marchio, ha richiamato oltre 120 rappresentanti di aziende agricole, cooperative e OP, provenienti soprattutto dalla Toscana, ma anche dalle regioni limitrofe. Un segno concreto della vitalità e della coesione di una filiera che si conferma esempio di integrazione tra mondo agricolo e industria di trasformazione.
A rendere ancora più significativa la serata, la partecipazione delle istituzioni: la vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi, la sindaca di Campiglia Marittima (LI), Alberta Ticciati, e il presidente della seconda commissione regionale, Gianni Anselmi, hanno voluto essere presenti, confermando così l’impegno delle istituzioni nel supportare il progetto di filiera Petti, sia la parte agricola sia la Italian Food che, con un indotto che conta più di 3mila addetti, ha ricadute socio-economiche determinanti non solo sul territorio della Val di Cornia ma per tutta la Regione Toscana.

Sul piano produttivo, la stagione di trasformazione dell’estate 2025 si è chiusa con risultati positivi, nonostante un calo generalizzato delle rese per ettaro a livello nazionale. “Nonostante ciò, la nostra azienda grazie ad un forte legame con la parte agricola e il nostro territorio è riuscita ad arginare la situazione raggiungendo le 80 mila tonnellate di materia prima trasformata incluso il pomodoro biologico”, ha spiegato Pasquale Petti, direttore generale di Italian Food S.p.A. E ancora: “Il pomodoro Petti si fonda su un progetto di filiera certificato e garantito anche da terreni di proprietà per la coltivazione della materia prima. Questo è possibile grazie a un lavoro a quattro mani con la parte agricola e ad una stretta collaborazione con la nostra azienda. Vogliamo rafforzare questo rapporto anche per affrontare un contesto complesso e pieno di incognite, tra costi energetici, della materia prima e degli imballi raddoppiati rispetto a 10 anni fa e condizioni metereologiche sempre più imprevedibili”.
Il premio Pettirosso
Nel corso della serata, spazio anche ai riconoscimenti: la prima edizione del Premio “Pettirosso” ha celebrato i partner agricoli che si sono distinti per “l’alta qualità della materia prima conferita ma anche per aver mantenuto la totalità degli importanti impegni quantitativi presi prima della campagna di produzione”.

Il premio, ha sottolineato Petti, “è una scultura unica realizzata e dipinta a mano per noi. Il pettirosso rappresenta i valori del coraggio, della resilienza e del buon auspicio con cui vogliamo simbolicamente suggellare una proficua collaborazione che ci auguriamo continui anche in futuro. Vogliamo supportare e incentivare gli agricoltori che scelgono di impegnarsi con la nostra azienda e riconoscere loro il giusto ed equo valore della materia prima”. Il top manager quindi sottolineato come le prospettive di crescita del progetto Petti siano importanti, anche grazie al progetto di realizzare un secondo stabilimento in Toscana, riteniamo pertanto necessario rafforzare la nostra rete agricola con serietà e progettualità oltre le logiche di mera negoziazione del prezzo”.
Tra simboli, futuro e radici profonde, la serata del Centenario ha rappresentato molto più di un momento celebrativo. È stata un’occasione per ribadire la centralità della filiera agricola, l’importanza del legame con il territorio toscano e la volontà di guardare avanti con responsabilità e visione industriale, in un settore che continua a essere trainante per l’economia regionale.

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