Uber ha chiuso il terzo trimestre con profitti inferiori alle attese, penalizzata da un onere legale straordinario di 479 milioni di dollari legato a contenziosi e verifiche fiscali. Lo riferisce il Financial Times, sottolineando che il gruppo punta ora a rassicurare gli investitori, promettendo una fase di crescita sostenuta nei prossimi trimestri.
Il nodo resta quello della classificazione dei conducenti: Uber considera i propri autisti come lavoratori autonomi, mentre diversi tribunali e autorità sostengono che il livello di controllo esercitato dall’azienda – dalle tariffe alle modalità di servizio – indichi un rapporto di lavoro subordinato, con implicazioni legali e previdenziali rilevanti.
Nel trimestre, gli utenti mensili attivi hanno superato quota 150 milioni, mentre il fatturato è salito del 20% su base annua, raggiungendo 13,5 miliardi di dollari. Le prenotazioni lorde, che misurano la spesa complessiva dei clienti su tutte le divisioni, sono cresciute a 49,7 miliardi, superando le stime degli analisti. Per l’ultimo trimestre dell’anno Uber prevede un range compreso tra 52,25 e 53,75 miliardi, a fronte di un consensus di 52,4.
L’utile operativo è aumentato del 5%, attestandosi a 1,1 miliardi, ma restando sotto le aspettative di mercato. Il risultato netto ha invece registrato un forte balzo, +154% a 6,6 miliardi, grazie a un beneficio fiscale di 4,9 miliardi derivante dal recupero di crediti d’imposta e a 1,5 miliardi di rivalutazioni sulle partecipazioni azionarie. Nonostante ciò, il titolo ha perso fino al 5% nel pre-market.
Dall’inizio dell’anno le azioni Uber restano comunque in rialzo di oltre il 50%, sostenute dal clima favorevole verso i titoli tecnologici e dall’interesse per l’intelligenza artificiale. Il gruppo sta cercando di bilanciare gli investimenti in AI e veicoli autonomi con una strategia di diversificazione delle entrate.
Negli Stati Uniti è partito un programma pilota che consente ad alcuni driver di partecipare a microattività di addestramento dei modelli di intelligenza artificiale per clienti aziendali. Parallelamente, Uber sta ampliando le partnership nel campo dei veicoli autonomi: ha siglato accordi con la californiana Lucid e con la start-up Nuro per l’acquisto di almeno 20.000 veicoli elettrici destinati a futuri servizi di robotaxi. In parallelo, l’app integra già in alcune città corse gestite da Waymo (Alphabet). Le prime flotte autonome sono attese in Austin, Atlanta e Phoenix, mentre il lancio a San Francisco è previsto nel 2026.
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