Firmato il rinnovo del contratto per la scuola: sì di di Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief. No della Cgil. L’accordo prevede un incremento medio a regime di 150 euro medi mensili per 13 mensilità, con punte di 185 euro medi mensili per gli insegnanti (in base all’anzianità di servizio) e 240 euro medi mensili per ricercatori e tecnologi. Il contratto interessa 1 milione e 286mila dipendenti, di cui 850mila docenti e consentirà il pagamento di arretrati che per gli insegnanti possono raggiungere circa 2mila euro. La richiesta dei firmatari è che si avviino subito le trattative per il rinnovo del contratto 2025-2027.
Una parte degli aumenti è già stata erogata come indennità di vacanza contrattuale mentre circa il 47% deve essere ancora erogato. L’incremento medio è del 6%. «Questa settimana segna un momento particolarmente significativo per il pubblico impiego – sottolinea il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo -. Con la firma dei contratti di Enti Locali e Istruzione e Ricerca completiamo un percorso che coinvolge oltre 1,6 milioni di lavoratori, ossia metà dell’intera platea del settore pubblico, per un impegno complessivo di 4,1 miliardi di euro a regime».
Il no di Landini
La Cgil però si è opposta. «Per la Flc Cgil non sussistono le condizioni per la sottoscrizione dell’ipotesi di ccnl Istruzione e Ricerca 2022-24. Gli incrementi stipendiali previsti e, per oltre il 60% già erogati in busta paga sotto forma di indennità di vacanza contrattuale, coprono neanche un terzo dell’inflazione del triennio di riferimento e sanciscono la riduzione programmata dei salari del Comparto», ha protestato il sindacato.
Il ministro
Ha festeggiato invece il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha sottolineato che la firma “garantisce per la prima volta nella scuola italiana una piena continuità contrattuale”. L’obiettivo dichiarato è di completare entro breve la negoziazione del contratto 2025-2027, raggiungendo così “un traguardo senza precedenti: tre contratti firmati sotto lo stesso governo”.
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