L’Europa punta al treno del futuro: una rete ferroviaria ad alta velocità, pienamente europea, pronta entro il 2040. È questo l’obiettivo, considerato realistico, presentato dalla Commissione europea con un pacchetto di misure che include diversi interventi legislativi, alcuni dei quali già in corso. La Tav europea sarà realizzata attraverso un mix di nuove linee e tratte già esistenti ma aggiornate, così da connettere capitali e principali città del continente, da est a ovest e da nord a sud, senza escludere i Paesi candidati all’ingresso nell’Unione.
Un primo passo concreto arriverà già nel 2026: sarà possibile acquistare online un biglietto unico per viaggiare in treno in tutta Europa, il cosiddetto euro-biglietto. “Ci sono tutti i presupposti per avere una rete ferroviaria più rapida a prezzi abbordabili, con un aspetto di coesione molto rilevante”, ha sottolineato Raffaele Fitto, vice presidente esecutivo della Commissione, affiancato dal commissario ai Trasporti Apostolos Tzitzikostas. “Questo piano avvicinerà i cittadini, così l’Europa sarà più unita nonché efficiente”.
I tempi di percorrenza saranno rivoluzionati. Tra Tallinn e Riga si arriverà in un’ora e 45 minuti, e tra Riga e Vilnius in circa due ore, a fronte delle attuali sei e quattro ore. Tra Copenaghen e Berlino i viaggi saranno ridotti da sette a quattro ore, mentre da Berlino a Vienna via Praga si passerà da oltre otto ore a quattro ore e trenta minuti. Nell’Europa sud-orientale, Sofia e Atene saranno collegate in sei ore, contro le attuali tredici, e Budapest e Bucarest in sei ore e quindici minuti invece di quindici. Nel sud-ovest, Madrid e Lisbona saranno raggiungibili in circa tre ore, Madrid e Parigi in sei ore anziché in nove ore e cinquanta minuti. Infine, nel sud, da Monaco a Roma il viaggio durerà solo sei ore.
Questi tempi ridotti rendono il treno più competitivo dell’aereo su molte tratte, soprattutto considerando la comodità del trasporto centro-centro, contribuendo anche a ridurre le emissioni europee. L’impatto positivo riguarderà non solo il settore passeggeri, con un rilancio dei vagoni letto, ma anche quello merci, grazie a una maggiore capacità della rete. “Ora che è stata definita in modo credibile l’infrastruttura ferroviaria ad alta velocità, l’attenzione deve concentrarsi sulla sua rapida realizzazione: il Cer esorta gli Stati membri e le istituzioni dell’Ue a dare priorità ai finanziamenti specifici e al coordinamento necessari”, ha dichiarato Alberto Mazzola, direttore esecutivo del Centro europeo per il trasporto e la logistica.
Il capitolo finanziario, naturalmente, non è secondario. Secondo stime indipendenti citate dalla Commissione, la realizzazione del piano Tav Ue richiederà 345 miliardi di euro, mentre triplicare la rete ad alta velocità esistente (almeno 250 km/h) costerebbe 546 miliardi, con un ritorno stimato di 750 miliardi. L’obiettivo è “raddoppiare” il traffico ferroviario ad alta velocità entro il 2030 e “triplicarlo” entro il 2050. Per questo, la Commissione prevede di portare a 51,5 miliardi di euro i finanziamenti per le infrastrutture di trasporto nel prossimo bilancio pluriennale. Per accelerare ulteriormente gli investimenti privati e incoraggiare modelli di finanziamento innovativi, nel 2026 sarà presentato un “accordo sull’alta velocità ferroviaria”, un impegno multilaterale per mobilitare i fondi necessari ai progetti prioritari, con l’obiettivo dichiarato di “ridurre i colli di bottiglia”.
Già la regolamentazione TEN-T del 2024 stabilisce un quadro chiaro per l’implementazione delle infrastrutture necessarie, con compiti specifici assegnati ai coordinatori dei vari progetti chiave, come il Tunnel di base del Brennero e quello di Lione-Torino, previsti per il completamento intorno al 2030. “Un sogno che diviene realtà”, ha commentato l’ex premier Enrico Letta, che nel suo rapporto sul mercato unico (e lo stesso vale per Mario Draghi) ha evidenziato come cruciale la ‘cura del ferro’ per lo sviluppo
dell’Ue.
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