La Commissione europea ha aperto un’indagine formale nei confronti di Deutsche Börse e Nasdaq, sospettate di aver violato le norme europee sulla concorrenza coordinando i propri comportamenti nel mercato dei derivati. L’esecutivo comunitario vuole accertare se i due colossi finanziari abbiano agito di concerto nel fissare strategie di quotazione, tariffe di compensazione e modalità di accesso alle rispettive piattaforme, con l’obiettivo di ridurre la pressione competitiva reciproca sul mercato unico.
Secondo la vicepresidente della Commissione europea e responsabile per la Concorrenza Teresa Ribera, “una concorrenza leale è essenziale per il buon funzionamento dell’Unione dei mercati dei capitali, pilastro dell’innovazione, della stabilità finanziaria e della crescita in Europa”.
L’indagine si concentra sul mercato dei derivati finanziari – un comparto chiave per la gestione del rischio e la liquidità dei mercati – dove un’intesa tra i due principali operatori europei potrebbe aver determinato una frammentazione artificiale del mercato, incidendo sui prezzi, sulla qualità dei servizi e sulla trasparenza complessiva del sistema. Fonti a Bruxelles ricordano che ispezioni a sorpresa presso le sedi di Deutsche Börse e Nasdaq erano già state condotte nel settembre 2024, nell’ambito di un’inchiesta esplorativa avviata d’iniziativa dalla Commissione. Tali accertamenti hanno fornito le basi per l’apertura del procedimento formale annunciato oggi.
Deutsche Börse controlla Eurex, la principale piattaforma di scambio di derivati nell’Area economica europea, con una posizione dominante su diversi segmenti dei futures e delle opzioni. Nasdaq, dal canto suo, gestisce numerosi mercati azionari e dei derivati sia in Europa che negli Stati Uniti, e fornisce infrastrutture tecnologiche a molte altre borse valori. Se le accuse dovessero essere confermate, le due società rischiano sanzioni fino al 10% del fatturato annuo globale, oltre a misure correttive sulle pratiche di mercato. Entrambi i gruppi, per ora, hanno dichiarato di collaborare pienamente con la Commissione e di ritenere di aver sempre operato nel rispetto delle norme sulla concorrenza.
L’inchiesta arriva in un momento delicato per il progetto di Unione dei mercati dei capitali, con Bruxelles impegnata a rendere più integrati e competitivi i mercati finanziari europei. Un eventuale cartello tra i principali operatori del settore rappresenterebbe un grave ostacolo a questo obiettivo, minando la fiducia degli investitori e la capacità dell’Europa di competere con i grandi centri finanziari internazionali.
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