«Non siamo una grande potenza, non siamo gli Stati Uniti d’America e non abbiamo la bacchetta magica per dire alla Commissione europea cosa fare», ha esordito Giancarlo Giorgetti davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, rivendicando la linea prudente della manovra. Il ministro dell’Economia ha spiegato che la strategia del governo è quella di “difendersi in una situazione profondamente mutata”, con tassi d’interesse al 4% e una congiuntura internazionale instabile: «Cinque anni fa i tassi erano a zero, oggi gestiamo 400 miliardi di emissioni l’anno con costi ben diversi».
Sull’energia, Giorgetti ha annunciato battaglia a Bruxelles contro la direttiva sulla tassazione dell’energia: «È nata nel 2021, in un mondo che non esiste più. Colpirebbe direttamente il gas naturale, che è la principale fonte per la nostra industria. L’Italia farà la guerra a questa impostazione se non verranno introdotti margini di flessibilità».
Sul fronte interno, il ministro ha rivendicato la copertura del fiscal drag: «Per i redditi fino a 35mila euro la compensazione è ampiamente coperta. Abbiamo ridotto le aliquote, non la base imponibile». Un modo per “sostenere il ceto medio” dopo aver concentrato negli anni passati gli interventi sui redditi più bassi.
Giorgetti ha poi difeso con forza gli stanziamenti sulla sanità: «Rifiuto l’idea che non siano stati adeguati. Quest’anno ci sono più di 7 miliardi in più rispetto al 2024. Certo, la domanda sanitaria è cambiata, ma questo governo ha fatto cose eccezionali, anche per correggere errori del passato». Ha ricordato anche l’intervento da un miliardo per evitare il collasso del sistema payback, assicurando che il governo «continuerà a farsene carico».
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Sulla riscossione dei Comuni, Giorgetti ha replicato alle critiche sulla norma che coinvolge AMCO, la società pubblica di gestione dei crediti: «Abbiamo troppi comuni in dissesto, e il motivo è semplice: non riscuotono i tributi. Non è accettabile che chi non riscuote scarichi i propri debiti su tutti gli altri. Con Amco vogliamo offrire una soluzione pubblica per rimettere ordine, non fare regali ai privati».
Il ministro ha definito la rottamazione “l’ultima”, ma ha sottolineato che serve “ad aiutare chi non ce la fa, non a premiare i furbi”. Ha anche ribadito che la riduzione delle aliquote IRPEF è stata accompagnata da un aumento delle entrate, «perché è cresciuta l’occupazione e si è allargata la base imponibile».
Un passaggio anche sulla tassazione delle banche, tema che tornerà nel confronto parlamentare: Giorgetti ha spiegato che «vedremo gli emendamenti» e che il governo «valuterà eventuali proposte per un contributo maggiore del settore», pur sottolineando la necessità di «mantenere equilibrio e stabilità nel sistema bancario, già chiamato a sostenere famiglie e imprese in una fase difficile».
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Tra i temi toccati anche la natalità, definita “una vera emergenza nazionale”. Giorgetti ha riconosciuto che «bisogna fare di più» e auspicato che «durante il dibattito parlamentare si trovino ulteriori spazi per misure a sostegno delle famiglie».
Sui dividendi, il ministro ha precisato che «la norma deriva da una direttiva Ue e da una sentenza comunitaria, ma stiamo lavorando per trovare soluzioni ai problemi che comporta».
Infine, un richiamo al contesto globale: «L’Europa è senza difese di fronte all’overcapacity di alcuni Paesi asiatici che inondano i nostri mercati con prodotti sussidiati. Anche settori d’eccellenza rischiano di essere travolti. Come nel basket, quando non sei una grande potenza devi puntare sulla difesa: disciplina, pressione, intensità».
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