La raffineria di Burgas è il più grande impianto per la lavorazione e raffinazione del greggio dell’Europa orientale e il più importante per il Paese. La scorsa settimana il parlamento bulgaro ha approvato una legge per la nazionalizzazione delle raffineria, attualmente gestita da Lukoil Neftochim Burgas, controllata dal gruppo Lukoil. La legge permette al governo di Sofia di rilevare la raffineria e venderla a un nuovo proprietario, per proteggere l’infrastruttura strategica dalle sanzioni di Stati Uniti e Gran Bretagna dai due colossi del petrolio russi Lukoil e Rosneft. Il primo ministro bulgaro, Rosen Zhelyazkov ha avvertito riguardo l’adozione di alcune misure preventive, come le ispezioni e la preparazione della polizia militare, per salvaguardare le infrastrutture critiche.
Domenica, il consiglio dei Ministri ha reso noto che l’agenzia di sicurezza statale, il Ministero dell’Interno e il Ministero della Difesa hanno adottato ulteriori provvedimenti per garantire la sicurezza “nell’area dei siti Lukoil – elementi dell’infrastruttura critica sul territorio bulgaro”. “Il Ministero della Difesa ha ridislocato un sistema anti-drone nella regione di Burgas”, si legge nella nota. “È in corso un’ispezione per verificare la conformità al piano e alle misure di sicurezza presso le strutture strategiche.”
La dichiarazione aggiunge che “le squadre della polizia militare sono inoltre in stato di allerta e pronte ad assistere il Ministero dell’Interno”.
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