Lavoratori pubblici in crescita: nel 2024 hanno raggiunto quota 3.738.171 (+1,5%), con una retribuzione media di 35.350 (+0,6%) euro e una media di 283 giornate retribuite. L’83,1% aveva un contratto a tempo indeterminato.
La scuola assomma il 39,6% dei dipendenti pubblici, seguito dal Servizio Sanitario con il 20%, dalle Amministrazioni locali (Regioni, Province, Comuni) con il 14,9% e dalle Forze Armate, Corpi di polizia e Vigili del Fuoco con il 13,9%.
Il 76,6% dei lavoratori pubblici ha un’età uguale o maggiore di 40 anni. Nel complesso, le lavoratrici superano i maschi con un’incidenza del 61% in gran parte delle classi di età, fanno eccezione in quelle fino a 19 anni e 20-24 anni, nelle quali l’incidenza è pari, rispettivamente, a 67% e 58% i maschi, 33% e 42% le femmine.
La retribuzione media annua nel 2024, pari a 35.350 euro nel complesso, risulta molto differenziata sia per età sia per genere. In particolare, aumenta al crescere dell’età fino a stabilizzarsi dai 50 anni in poi ed è costantemente più alta per il genere maschile (41.117 euro contro 31.679 euro per le femmine nel totale).
Nel 2024 il 24% dei lavoratori pubblici lavora nel Centro, seguono le regioni del Nord-ovest (23,1%), il Sud (21,8%), il Nord-est (19,8%) e le Isole (11,3%).
Le retribuzioni medie presentano i valori più bassi nelle due ripartizioni del Nord: rispettivamente 34.015 euro nel Nord-ovest e 34.515 euro nel Nord-est; al Centro si registra il valore più alto di retribuzione media nell’anno con 36.929 euro.
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