In arrivo una rivoluzione per gli italiani che vivono all’estero: la Camera sta esaminando una proposta di legge che prevede l’obbligo per gli italiani residente in Paesi extra Ue di versare un contributo di 2.000 euro all’anno per accedere al Servizio sanitario nazionale. La proposta di legge è all’esame dell’assemblea della Camera dopo il via libera in sede referente della XII commissione Affari sociali.
Stati Uniti e Australia
Il testo all’articolo 1 stabilisce che gli italiani iscritti all’Aire e residenti in Stati non appartenenti all’Unione Europea né all’Associazione europea di libero scambio (Efta) – come Stati Uniti, Australia o Sud America – potranno iscriversi all’azienda sanitaria locale di riferimento. L’iscrizione potrà avvenire presso l’Asl del territorio dove sono conservate le schede individuali dell’interessato oppure, in alternativa, presso l’Asl competente per il domicilio di soggiorno effettivo in Italia. Il contributo è stato fissato in 2.000 euro su base annua, una cifra non frazionabile che decorre dalla data di rilascio effettivo della Tessera Sanitaria Nazionale.
I minorenni
Esentati i minori, a condizione che almeno un genitore o tutore abbia regolarmente richiesto la tessera sanitaria. Il contributo potrà essere adeguato annualmente con decreto del ministro della Salute, tenendo conto dell’inflazione misurata dall’Istat.
Cure non urgenti
In caso di mancato pagamento, scatta la sospensione dell’assistenza per le cure non urgenti, mentre per quelle urgenti il diritto rimane garantito. Chi volesse rinunciare al servizio e successivamente reiscriversi, dovrà versare tutti i contributi non pagati, maggiorati degli interessi legali.
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