Mentre continuano le attività di recupero dei corpi delle vittime dell’alluvione in Friuli Venezia Giulia, si iniziano a contare i danni. Con il terrore che il bilancio sia solo temporaneo, visto che oggi è stata proclamata allerta arancione sulla regione. Allerta gialla invece su Calabria, Molise, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Puglia, Campania, Basilicata e Sicilia.
Secondo le prime stime, a subire i danni peggiori è stato il settore agricolo. I 300 millimetri di pioggia caduti in poche ore hanno hanno sommerso oltre 1.000 ettari di terreni coltivati a ortaggi e cerali nel Goriziano. A stilare un primo bilancio è stata la Coldiretti. Allagati anche capannoni e attrezzature agricole. Ma un bilancio completo dei danni sarà possibile solo nei prossimi giorni.
Gli sfollati
Circa 300 gli sfollati, con la Regione che ha dichiarato lo stato di emergenza. “Chiediamo la mobilitazione nazionale per avere il supporto delle altre Regioni: la priorità però ora sono le persone”, ha detto l’assessore regionale alla Protezione civile Riccardo Riccardi, “La situazione è impegnativa: le 300 persone di Versa devono trovare una sistemazione per le prossime ore e per questo siamo in contatto con i sindaci e stiamo allestendo palestre con brandine in spazi riscaldati e con pasti“.
Eventi estremi
Dall’inizio dell’anno sono oltre 2600 gli eventi estremi che si sono abbattuti sul nostro Paese, secondo l’analisi Coldiretti su dati Eswd, aggravando una situazione che vede oggi quasi un quinto del territorio italiano classificato come ad alto rischio di frana e alluvione, con gravi ripercussioni per l’economia e la vita delle persone.
Su una superficie nazionale di circa 300mila chilometri quadrati ben 56mila sono classificati tra le aree a maggiore pericolosità di frane e alluvioni, dove risiedono quasi tre milioni e mezzo di famiglie, secondo l’Ispra. Un fenomeno spinto dall’erosione di terra fertile e dalla copertura artificiale del suolo che fa sparire in Italia due terreni agricoli al giorno, secondo una stima Coldiretti su dati dell’Istituto, facendo venire meno la fondamentale attività di manutenzione garantita dalla presenza degli agricoltori.
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