Un piano per una mini Ilva e due possibili salvatori extra Ue, oltre ai due fondi americani in corsa. Ma il tavolo andato in scena nel pomeriggio a Palazzo Chigi tra Governo e sindacati ha portato a una rottura. Fim, Fiom e Uilm hanno interrotto bruscamente il confronto con il Governo e messo in cantiere uno sciopero di 24 ore. La protesta scatta da domani. Ci saranno assemblee in tutti i siti.
Il Governo aveva aperto l’incontro annunciando che la cassa sarebbe tornata a 4.450 addetti nel gruppo e non sarebbe stata per 6.000 addetti, che 1.550 sarebbero andati a corsi di formazione professionale e che c’era un quarto investitore interessato, di un Paese extra Ue, così come il terzo affacciatosi da poco. In più il Governo (sottosegretario Mantovano e ministri Urso e Calderone) aveva annunciato la continuazione del confronto con i fondi americani Bedrock e Flacks. Ma i sindacati hanno chiesto il ritiro dell’intero piano presentato lo scorso 11 novembre, giudicato piano di dismissione e chiusura.
E su questo il negoziato è saltato.I sindacati si sono allarmati per il fatto che la cassa termina a febbraio e quindi dal primo marzo vedono la chiusura di tutti i siti ex Ilva. Ma fonti vicine al dossier dicono che a fine febbraio si chiude solo la procedura della cassa integrazione, dopo di che si pensa che già da marzo possa esserci il nuovo investitore. Una rassicurazione che però, dopo i tanti stop and go, non ha convinto le sigle sindacali.Una nota di Palazzo Chigi sottolinea comunque che il Governo “ha manifestato la propria disponibilità a tenere aperto il confronto”.
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