Jan Marsalek, ex direttore di Wirecard rifugiatosi a Mosca dopo il crollo della società tedesca nel 2020, quando emerse una frode da 1,9 miliardi di euro, è collegato – grazie alla rete di spie bulgare da lui stesso gestita nel Regno Unito – a un sistema di riciclaggio di denaro che coinvolge spacciatori di droga e oligarchi russi sanzionato. Il Financial Times riporta che, secondo la NCA britannica, le spie ricevevano fondi da due reti criminali note come Smart e TGR.
Le reti raccolgono contanti provenienti da traffico di droga, armi e immigrazione clandestina, li trasformano in criptovalute e li inviano a criminali o persone sottoposte a sanzioni. Nell’estate del 2023, dopo che la polizia aveva arrestato gran parte dei membri della rete, individui vicini ai servizi segreti russi tentarono di usare Smart per finanziare le spie bulgare, mentre Marsalek era a Mosca.
Secondo la NCA, lo schema è stato utilizzato da oligarchi e dal cartello Kinahan, la rete irlandese di trafficanti di cocaina legata a numerosi omicidi su commissione. Smart è diretta da Ekaterina Zhdanova, cittadina russa sottoposta a sanzioni statunitensi e attualmente in custodia cautelare in Francia, mentre TGR è guidata da George Rossi, cittadino ucraino nato in Russia, anch’egli sotto sanzioni americane.
L’inchiesta della NCA, chiamata Operazione Destabilise, ha portato a 128 arresti e al sequestro di oltre 25 milioni di sterline tra contanti e criptovalute. Gli investigatori sottolineano come lo Stato russo abbia cercato di collaborare con le bande criminali per aggirare le sanzioni occidentali imposte dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022. Per scoraggiare chiunque volesse collaborare con queste reti, la NCA ha affisso manifesti in russo e inglese nei bagni delle aree di servizio autostradali britanniche.
Leggi anche:
© Riproduzione riservata