“Sono profondamente a disagio”. Poche parole che sintetizzano al meglio la filosofia di Dario Amodei, l’anti-personaggio alla guida di Anthropic, startup che compete ai massimi livelli con OpenAI mettendo in campo principi e strategie decisamente lontane da quelle promosse dal suo ex capo Sam Altman. Anthropic è infatti frutto dell’iniziativa di un gruppo di ricercatori di primo livello fuoriusciti nel 2020 da OpenAI per le forti divergenze con Altman circa le priorità da portare avanti, in particolare l’idea che la sicurezza dell’IA non possa essere trattata come un accessorio, ma come la spina dorsale del processo di sviluppo. L’intelligenza artificiale avanza a una velocità vertiginosa e a non volere che siano i leader tecnologici a determinare il futuro della sicurezza dell’IA c’è proprio uno di loro, che al contrario caldeggia ferree regole che prevengano ogni eccesso.
San Francisco
Cresciuto in una famiglia italo-americana a San Francisco, figlio di un artigiano del cuoio, Amodei fin da giovane è stato un talento precoce (a 11 anni frequentava corsi di matematica all’Università di Berkeley) e negli anni in OpenAI ha contribuito a scoprire le cosiddette leggi di scala che dimostrano come si possano ottenere migliori prestazioni addestrando sistemi di IA con più dati e potenza di calcolo, invece di affidarsi a nuovi algoritmi. L’investimento in OpenAI di Microsoft e le tensioni con Altman lo convinsero nel 2020 a prendere una strada differente e in Anthropic insieme alla sorella Daniela (divenuta presidente) ha deciso di introdurre la Constitutional AI, una metodologia che inserisce una costituzione di valori nel training dei modelli, separando il “posso farlo?” dal “dovrei farlo?” e rendendo più espliciti i principi etici a cui attenersi. Una auto-limitazione volontaria che riguarda anche il rilascio di modelli IA oltre certi livelli di capacità finché non saranno sviluppate misure di sicurezza sufficientemente robuste.
Nvidia e Microsoft
A soli quattro anni dalla sua nascita Anthropic è oggi valutata circa 350 miliardi di dollari a seguito delle partnership miliardarie strette questa settimana con Nvidia (10 miliardi) e Microsoft (5 miliardi), salendo virtualmente al terzo gradino del podio delle maggiori aziende private al mondo. Rispetto agli investimenti monstre messi sul piatto da Altman, con una ragnatela di accordi per complessivi 1.400 miliardi, Amodei sta portando avanti un approccio decisamente più cauto, con una crescita dei costi meno verticale e un forte focus del chatbot Claude sui clienti aziendali. La divisione Claude Enterprise rappresenta infatti circa l’80% del fatturato con 300mila clienti tra i quali nomi di spicco quali IBM e una quota di mercato del 32%, davanti a ChatGpt ferma al 25% (quota dimezzata rispetto a due anni fa). Altra differenza rispetto a OpenAI è la scelta di evitare incursioni nella generazione di immagini e video, che richiedono una enorme potenza di calcolo e di conseguenza enormi spese per i costi di elaborazione. In tal modo Anthropic punta a raggiungere i primi profitti nel 2028, ben prima della rivale OpenAI (non prima del 2030). Su un arco di cinque anni la casa madre di ChatGpt dovrebbe bruciare circa quattordici volte più liquidità di Anthropic. La sfida Amodei-Altman si gioca tutta o quasi in questi numeri.
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