Combattere lo spreco alimentare può diventare un business. A dimostrarlo è la società danese Too Good To Go (Troppo buono per essere buttato, ndr), un’app che permette di acquistare alimenti vicini alla scadenza o cibi non venduti da una rete di esercizi (bar, ristoranti, gastronomie, fruttivendoli, supermercati) che aderisce alla piattaforma. Come funziona? È semplice, l’utente acquista al 30% del prezzo di listino e prenota la sua “bag”. Non ha idea di cosa potrebbe trovarci, lo scoprirà solo al momento del ritiro. Too Good To Go trattiene una commissione del 25% sul prezzo d’acquisto, con un minimo di 1,19 euro a transazione e una quota annuale per aderire alla piattaforma. Si crea così un circolo virtuoso: gli esercenti riescono a vendere alimenti che avrebbero buttato, gli utenti riescono a comprare con un forte sconto e Too Good To Go incassa fregiandosi del titolo di app anti spreco. In sei anni, secondo quanto rivelato dalla stessa Too Good To Go a settembre 2025, in Italia sono già stati salvati oltre 30 milioni di pasti grazie all’impegno di 26mila partner e di 12 milioni di utenti. Il fatturato globale per l’esercizio 2024 è stato di 193 milioni con un tasso di crescita annuale del 32 percento.
I bilanci
Dai bilanci pubblici depositati, per quanto riguarda la divisione italiana (Too Good To Go Italy Srl, controllata al 100% da Too Good To G Holding Ap), si evidenzia una crescita elevata del fatturato. Nel 2024, ultimo bilancio pubblico disponibile, l’azienda ha registrato ricavi per 15,4 milioni di euro, +29% rispetto al 2023 registrando un utile netto di mezzo milione (un valore che quasi raddoppia ogni anno, da almeno tre anni). Nel nostro Paese risultano 94 dipendenti, di cui 65 a Milano (dove c’è la sede) e 22 a Roma. Il resto è diviso tra Torino e Bologna. L’azienda, che ha sede a Copenaghen, è guidata dalla ceo Mette Lykke, imprenditrice 44enne che dal 2016 è anche tra gli investitori dell’azienda. Mentre nel nostro Paese, nel ruolo di country director, figura Mirco Cerisola. Il modello di business con il tempo si è sempre più strutturato e ha aggiunto i cosiddetti prodotti da dispensa, ovvero prodotti alimentari a lunga conservazione con fino a due mesi di scadenza derivanti da eccedenze o confezioni non più in uso. In questo caso il risparmio arriva al 50% sul prezzo da listino. L’idea, si legge sul sito di Too Good To Go, è di consentire alle industrie agroalimentari (alla piattaforma aderiscono 100 brand) di ridurre il loro impatto ambientale ridando valore agli stock obsoleti in magazzino.
Biden
Questa app, quindi, sembra farsi largo in un contesto economico che arriva da fiammate inflattive importanti seguite alla pandemia. Ed è un modo pratico per aumentare il potere d’acquisto soprattutto in Paesi, come l’Italia, dove i salari sono storicamente bassi rispetto ad altre economie paragonabili e, seppur in ripresa, sono ancora al di sotto dei livelli reali pre pandemici. Ma si potrebbe fare un discorso analogo anche negli Stati Uniti, dove la piattaforma ha una presenza importante e ha trovato terreno fertile in un Paese dove Donald Trump è riuscito a trionfare alle elezioni presidenziali anche perché la popolazione giudicava insufficienti gli sforzi dell’amministrazione Biden nel contenimento dei prezzi. C’è poi da considerare anche la sensibilità crescente nella popolazione sulle tematiche di sostenibilità ambientale. Oltre al fatto che lo spreco alimentare è un costo che grava sulla filiera produttiva. Secondo i dati Eurostat, inerenti all’anno scorso, si stima che nell’Unione europea si generano 132 chilogrammi di spreco alimentare pro capite lungo l’intera filiera.
Fatturato
Non sorprendono, quindi, i tassi di crescita del fatturato degli ultimi anni. Così come l’interesse potenziale degli investitori per un’azienda che in molti mercati non conosce competitor importanti a livello globale. Too Good To Go ha raccolto nel 2021 oltre 31 milioni di dollari in un round di finanziamento, dove il principale contributore è stato il fondo di venture capital Blisce, con sede a Parigi. Da qualche mese la società sta pensando di alimentare la crescita con un grosso round di finanziamento per una cifra da 200-300 milioni di euro che porterebbe la valutazione oltre il miliardo. I prossimi anni, poi, stabiliranno se Too Good To Go sarà stata solo un’altra moda green, oppure se si consoliderà come pioniera di un modo di fare business.
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