Per favorire la crescita del settore delle telecomunicazioni, che contribuisce per oltre 134 miliardi di euro al prodotto interno lordo italiano, pari al 6,1% del totale nazionale, servono regole chiare e meno zavorre agli investimenti. Gianluca Corti, co-Ceo di Wind Tre, lo rimarca con chiarezza, dando voce alle istanze di un comparto sempre più strategico, che in Italia impiega circa 200mila persone lungo la filiera.
Corti, siamo davvero a una fase di svolta per le telecomunicazioni?
«Sì, perché le Tlc rappresentano un’infrastruttura strategica che abilita la trasformazione digitale in settori chiave come sanità, pubblica amministrazione, energia, manifattura e commercio, senza tralasciare la sicurezza. Per il consumatore oggi la situazione è ideale, i servizi funzionano bene e costano molto poco. Ma per le imprese di telecomunicazioni la situazione è diversa. Il mercato ha perso più di 10 miliardi di ricavi negli ultimi dieci anni eppure le aziende hanno continuato a investire circa 7 miliardi l’anno e hanno pagato le frequenze per il 5G al prezzo più alto in assoluto in Europa. Questa situazione le ha messe in forte difficoltà e molte di esse non fanno più utili. Ciò crea un problema su due fronti: il sistema Paese e le imprese esportatrici ne perdono in competitività, quindi in vendite e quote di mercato, perché non possono sfruttare appieno il processo di digitalizzazione in atto nel mondo, e poi nei prossimi anni anche il consumatore ne verrà penalizzato. Rischiamo di rimanere indietro, per questo il settore sta chiedendo ad alta voce degli interventi».
Aiuti e sussidi?
«No, affatto. Chiediamo semplicemente di essere messi nelle condizioni di continuare ad investire, per continuare a tenere l’Italia tra i Paesi top class che possono contare su un’infrastruttura digitale di ultima generazione. Uno dei temi caldi è il rinnovo delle frequenze (nel 2029 scadono tutte tranne il 5G, ndr): in passato i governi hanno scelto la modalità delle aste per avere la massima competizione tra gli operatori e quindi il massimo introito per lo Stato, ma in questa fase di contrazione dei margini un pesante esborso costringerebbe gli operatori a tagliare ancora gli investimenti, che sono già scesi del 26% negli ultimi cinque anni. Per questo come settore chiediamo il rinnovo in cambio non di un canone ma dell’impegno a investire secondo una serie di parametri molto precisi per consentire all’autorità di verificarne l’avanzamento, per sviluppare il 5G nella versione Stand Alone con copertura totale del Paese. Noi di Wind Tre siamo molto orgogliosi di aver appena lanciato questa tecnologia, che rappresenta una svolta per la digitalizzazione delle imprese e della pubblica amministrazione, perché si tratta di una grande opportunità di sviluppo».
In che termini?
«Il 5G Stand Alone è una rete completamente autonoma dal 4G, progettata per garantire prestazioni elevate, sicurezza avanzata e configurabilità dinamica. Diamo una possibilità al sistema Paese di fare un significativo passo avanti nello sviluppo. Questa tecnologia consente comunicazioni molto più sicure ed è una svolta industriale che abilita l’automazione e altre applicazioni critiche in settori strategici come sanità, sicurezza, trasporti, logistica, manifattura e pubblica amministrazione. In un contesto europeo che fatica a competere con i grandi attori globali del digitale, il 5G Stand Alone rappresenta un fattore chiave per rafforzare la sovranità tecnologica e la competitività industriale dell’Italia e dell’Europa, favorendo l’adozione di servizi innovativi e la crescita di nuovi ecosistemi digitali. E con gli incentivi di Transizione 4.0 sarà più facile per le imprese introdurre l’automazione in fabbrica e nella logistica».
Perché è importante estenderlo a tutto il Paese?
«Perché tutte le aziende possano beneficiarne, anche quelle situate in aree più periferiche o attualmente non raggiunte. In Italia le eccellenze produttive e industriali del sistema manifatturiero sono sparse in tutto il territorio nazionale, quindi sarebbe un importante passo in avanti a favore di queste realtà chiave per la nostra economia. Ma il digital gap sarebbe sanato anche per le grandi aziende che magari si ritrovano con alcune loro sedi coperte dal 5G Stand Alone e con altre invece no».
Il crescente costo dell’energia vi preoccupa?
«In Italia l’energia costa il 60% in più della media europea e ciò rischia di compromettere la competitività, in particolare nello sviluppo dei data center, perché i costi elevati drenano i margini e di conseguenza gli investimenti, come ho già ricordato. Al contempo, tuttavia, il traffico dati cresce del 20% l’anno e nonostante aumentiamo la nostra efficienza energetica, la situazione rischia di diventare ingestibile. È dunque necessario riconoscere il settore tra quelli ad alta intensità energetica, con accesso facilitato a fonti rinnovabili e riduzione degli oneri di sistema».
A consumare rete ed energia, peraltro, ci pensano anche piattaforme di servizi in streaming Over the top (OTT).
«Certo. Del traffico in aumento, il 75-80% è rappresentato proprio dagli OTT, che hanno regole completamente diverse dagli operatori delle telecomunicazioni. Noi dobbiamo rispettare infatti obblighi molto stringenti che altre realtà non hanno. Queste piattaforme, peraltro, non hanno nemmeno un call center e spesso, quando non funzionano, il consumatore tempesta di reclami noi, pensando erroneamente che si tratti di un problema di rete. Serve quindi un quadro normativo europeo armonizzato che applichi a Telco e Big Tech le stesse regole del gioco ».
I consumatori continuano a trovare in voi un riferimento. Siete al loro fianco anche nel contrasto al telemarketing selvaggio?
«Sì, Wind Tre si è mossa in anticipo e già nel 2022 ha lanciato un servizio, “Please Don’t Call”, che segnala ai clienti le chiamate indesiderate. Questo significa che siamo stati apripista nella tutela degli utenti. Oggi, nel contesto delle misure Agcom contro il cosiddetto spoofing, blocchiamo oltre 4 milioni di chiamate al giorno da numeri sospetti o addirittura fraudolenti che cercano di inserirsi nelle nostre reti. Anche in questo caso siamo un riferimento costante per i nostri clienti».
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