L’albero di Natale è il simbolo per eccellenza delle festività e con l’Immacolata parte la corsa all’addobbo nell’88% delle case degli italiani che non rinunciano alla tradizione. Tra chi si indirizzerà verso la scelta “green” dell’abete vero, soprattutto tra i giovani, e chi sceglierà quello di plastica, è possibile ridurre l’impatto di questa ricorrenza sul nostro portafoglio e anche sul nostro Pianeta. È tutta questione di scelte.
Albero di Natale vero o finto?
Tra chi farà l’albero, a scegliere quello vero è il 15% ma se si guarda alla fascia tra i 18 e i 34 anni la percentuale raddoppia, con il 30% che dichiara che userò un abete vero, a testimonianza di una nuova sensibilità verso un Natale più sostenibile. Ad affermarlo è un’indagine Coldiretti/Ixè assieme a Federforeste diffusa in vista della ricorrenza dell’8 dicembre che segna tradizionalmente il via alle feste.
La regola d’oro per ridurre l’impatto su portafoglio e ambiente? Usare quello che già si possiede. Se però non si ha e si deve acquistarne uno, le opzioni più sostenibili sono due: un albero vero di specie nostrane come l’abete rosso, contribuendo così al sostegno della biodiversità del territorio, oppure un albero artificiale di seconda mano, che prolunga la vita di un prodotto già esistente.
L’albero di plastica resta ancora la soluzione più gettonata tra gli italiani, ma non bisogna dimenticare gli alti costi ambientali collegati a questa scelta. L’abete finto impiega infatti oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente e per produrlo vengono rilasciati nell’atmosfera tra i 40-60 kg di CO2, secondo l’analisi Coldiretti. Al contrario la coltivazione di un albero naturale sottrae 47 grammi di CO2 dall’atmosfera.
L’albero di Natale in Pvc diventa una scelta sostenibile solo se acquistato di seconda mano e utilizzato per almeno 10 anni, mentre oggi vengono sostituiti mediamente dopo circa 6 anni, aumentando così i rifiuti plastici non riciclabili, secondo Wwf Italia.
Prezzi e varietà degli alberi di Natale
La spesa media per l’albero di Natale sarà quest’anno di 42 euro a famiglia. Per quello vero si va dai 20/30 euro per le piante più piccole fino ai 150 o addirittura 200 per le specie più alte. Le varietà principali in vendita sono l’Abete rosso e la Normandiana, mentre più raro da trovare sui banchi è l’Abete bianco.
Il consiglio al momento della scelta è quello di verificarne la certificazione presente sul cartellino, preferendo quelli di origine italiana, magari acquistati direttamente dai vivaisti.
Occhio alla certificazione degli alberi di Natale veri
Secondo una stima Coldiretti, la produzione di alberi di natale è in crescita del 5% rispetto allo scorso anno, anche se si fanno sentire gli effetti dei cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature porta le piantagioni a spostarsi sempre più verso le montagne. Ma un ulteriore fattore con cui i vivaisti devono confrontarsi è l’anticipo del Natale, con la richiesta di alberi che parte già dalla fine di novembre.
In Italia la coltivazione dell’albero di Natale è concentrata prevalentemente in Toscana (province di Arezzo e Pistoia) e in Veneto (specie nel Bellunese), secondo l’analisi di Coldiretti. Gli abeti utilizzati come ornamento natalizio derivano per circa il 90% da coltivazioni vivaistiche mentre il restante 10% (cimali o punte di abete) dalla normale pratica forestale che prevede interventi colturali di “sfolli”, diradamenti o potature indispensabili per lo sviluppo e la sopravvivenza del bosco.
Gli abeti ad uso natalizio vengono coltivati come una qualsiasi altra pianta ornamentale, sono commercializzati al 4°-5° anno di coltivazione, con taglie tra i 1,20-1,80 metri e provengono da vivai autorizzati dalle regioni con apposita iscrizione.
Ogni singolo abete è accompagnato da cartellino identificativo riportante i dati dell’impresa produttrice con il relativo codice di autorizzazione, oltre alla dicitura che trattasi di soggetti “non per uso forestale“.
I consigli per gestire l’albero green
Il consiglio della Coldiretti è quello di sistemare l’albero di natale in un luogo luminoso, fresco, lontano da fonti di calore, come stufe e termosifoni e al riparo da correnti d’aria o folate di vento, per la vicinanza a porte e finestre. Meglio poi non spruzzare neve sintetica perché l’albero e vivo e respira. La terra nel vaso va mantenuta umida, ma non eccessivamente bagnata, con l’utilizzo di un nebulizzatore.
Il boom degli addobbi naturali
Una volta fatto l’albero è il momento di decorarlo, insieme al resto della casa. E quest’anno l’addobbo natalizio vira sul green, sostituendo la plastica con elementi naturali per sostenibilità e risparmio. Si va dall’uso della frutta come mele rosse, gialle e verdi che danno colore, o anche arance, limoni, mandarini e clementine forati al centro per evitarne la muffa, frutta secca tipo castagne, noci e nocciole, biscotti fatti in casa, prodotti dell’orto quali peperoncini e fili di zucca, oltre a sculture di pane e marzapane e pigne colorate a piacimento.
Per evitare inutili sprechi, si può dare nuova vita a ciò che già c’è in casa: tappi di sughero, ritagli di stoffa, bottoni spaiati o semplicemente dello spago possono trasformarsi in addobbi originali e a costo zero. Un’altra idea è fare una passeggiata nei giardini, nei parchi cittadini o nei boschi: raccogliere da terra rametti, pigne, foglie colorate, ghiande e fiori secchi permette di realizzare decorazioni completamente naturali. Con questi materiali si possono creare non solo addobbi per l’albero, ma anche ghirlande, centrotavola e piccoli segnaposto per la tavola delle feste. Queste decorazioni naturali, se conservate bene, possono durare anche anni.
Come smaltire l’albero di Natale
Finite le feste, ecco come smaltire correttamente l’albero di Natale. Se l’albero è artificiale, va conferito nell’indifferenziata. Se invece è vero ma non ha superato le festività, bisogna portarlo all’isola ecologica, dove verrà trasformato in compost. Se invece l’albero naturale è ancora in buone condizioni e non ci sono le condizioni per piantarlo in giardino, si può riportarlo al vivaio (alcuni hanno proprio un centro di recupero), sistemarlo in terrazzo (nelle zone più fresche) oppure affidarlo a associazioni che si occupano di ripiantarlo in aree idonee. Ma anche nei Comuni e presso la Forestale che quando è possibile provvedono a ripiantarli in ambienti adatti.
Un avvertimento fondamentale: non piantare mai l’albero autonomamente in natura. Si rischia di compromettere il patrimonio genetico dei boschi e di alterare gli ecosistemi locali.
Leggi anche:
1. Natale olimpico: le vetrine Rinascente celebrano i Giochi
2. Il rischio terrorismo fa schizzare i costi dei mercatini di Natale
© Riproduzione riservata