Fiere e maxi musei: il vento del deserto ridà ossigeno al mercato dell'arte
Il mercato globale dell’arte si sposta nella regione araba. A Dubai inaugurata la “House of Arts”
epa12567416 Visitors tour at Zayed National Museum (ZNM) in Abu Dhabi, United Arab Emirates, 03 December 2025. The ZNM is the second museum opened recently after the Abu Dhabi Natural History Museum, the museum is also located in the Saadiyat Cultural District of the UAE's capital and opened its doors to the public on 03 December 2025. EPA/ALI HAIDER
Sono sempre più numerosi i segnali che vedono il mercato globale dell’arte spostarsi nella regione araba. Dopo l’apertura della sede Sotheby’s a Riyad con una grande asta celebratasi all’inizio dell’anno e che ha fatto seguito all’apertura della sede Christie’s a Dubai, anche le fiere d’arte multinazionali hanno deciso di seguire il flusso, nella convinzione delle grandi potenzialità del collezionismo sul Golfo. Sulla scia dei successi della fiera “Art Dubai”, il colosso Art Basel debutterà a febbraio a Doha in Qatar (quinta sede globale del network europeo), mentre la kermesse “Abu Dhabi Art” è stata appena rilevata dalla londinese Frieze che inaugurerà la prima edizione emiratina nel 2026. Soffia caldo, insomma, il vento del mercato (ultimamente tiepido in Europa), proprio mentre negli Emirati sono in corso ingenti investimenti in musei e fondazioni per fornire contenuti e sostegno culturale al new deal arabico. L’ultimo grande segnale è di pochi giorni fa con l’inaugurazione in pompa magna dello Zayed National Museum di Abu Dhabi progettato dall’archistar Norman Foster come tributo al defunto padre fondatore degli Emirati Arabi. Il museo, sovrastato da cinque torri d’acciaio che evocano le ali di un falco, è costato quasi 700 milioni di dollari e rappresenta la cosiddetta ciliegina sulla torta di una capitale che sull’isola di Saadyiat vanta già la sede del Louvre progettata da Jean Nouvel e vedrà il prossimo anno l’apertura del nuovo Guggenheim di Frank Gehry.
Zayed National Museum di Abu Dhabi
Grandi manovre sono in corso anche a Dubai dove nelle scorse settimane la principessa Latifa bint Mohammed bin Rashid Al Maktoum, presidente della Dubai Culture and Arts Authority, ha ufficialmente inaugurato la “House of Arts” a Expo City Dubai, un nuovo spazio multidisciplinare dedicato alla promozione degli artisti degli Emirati Arabi Uniti e dell’intera regione. L’evento si è tenuto parallelamente alla seconda edizione di “Dhai Dubai”, la grande mostra di arte pubblica diffusa dedicata al tema della luce, anche in questo caso finalizzata a proiettare gli artisti arabi sul proscenio del mercato dell’arte globale, anche se molti di loro sono già presenti nelle mostre, nelle biennali e nelle fiere internazionali. A dir poco suggestive le installazioni luminose dei sette artisti partecipanti, tra cui l’opera “Luce su luce” di Fatma Lootah, che ha utilizzato la gigantesca cupola centrale di Expo City per una videoinstallazione immersiva che si richiama ai temi della Natura e del trascendente. Fortissima – e in qualche modo sorprendente – è la presenza femminile sia tra gli artisti sia nella direzione dei progetti culturali. La giovane curatrice Amna Abulhoul, Executive Creative Director of Entertainment and Experiences di Expo City Dubai, è direttrice artistica della “House of Art” così come della mostra “Dhai Dubai”: “Vogliamo creare sempre più spazi Abulhoul – dice – dove artisti e creativi possano sperimentare, connettersi e prosperare. La nostra mostra inaugurale è una celebrazione delle nostre narrazioni culturali condivise e delle storie personali uniche che fanno brillare ciascuno di noi, dona nuova vita alle antiche tradizioni e al patrimonio, intrecciandoli con forme d’arte contemporanee in un vivace mosaico che collega generazioni di sognatori nel cuore creativo di Expo City Dubai”.
Non è un caso che i progetti di Dubai Culture abbiano come epicentro proprio l’area dei padiglioni di Expo City che la principessa Latifa ha definito “un modello di integrazione culturale tra istituzioni in una collaborazione che riflette un impegno condiviso nel sostenere la diversità culturale e nel potenziare il settore creativo dell’emirato”. Tra le opere degli artisti in mostra, spiccano le rivisitazioni contemporanee dell’arte tradizionale della tessitura Sadu, un’arte che è iscritta nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco.
Sulla scia di quanto sta accadendo negli Emirati, che stanno puntando sulla cultura anche come leva per l’industria del turismo, l’Arabia Saudita ha annunciato grandi investimenti e l’apertura di circa 20 musei nei prossimi tre anni: l’epicentro è Riyadh, dove l’ex direttore del British Museum di Londra Hartwig Fischer è stato chiamato alla direzione del nuovo Museo delle Culture del Mondo, un super museo dedicato alle arti e alle culture mondiali che aprirà nel 2026. La sede avrà luogo nel “Royal Arts Complex”, il futuristico complesso culturale da oltre 500mila metri quadrati progettato dall’architetto spagnolo Ricardo Bofill. Qui, oltre al Museum of World Cultures, saranno edificati anche un National Theater e un Royal Institute of Traditional Arts, oltre a tre accademie – l’Accademia delle arti visive tradizionali, l’Accademia del patrimonio culturale e del restauro e l’Accademia delle arti teatrali – circondate dal più grande parco urbano del mondo, il King Salman Park, una superficie di oltre 16 chilometri quadrati. Soltanto il parco avrà un costo complessivo di 9 miliardi di dollari…