Le azioni Oracle hanno aperto la seduta statunitense di oggi con una flessione superiore al 14%. Il gruppo del cloud ha diffuso previsioni su vendite e utili ritenute inferiori alle aspettative degli operatori, innescando un’ondata di vendite.
Dalle nuove indicazioni emerge inoltre un incremento della spesa complessiva di circa 15 miliardi di dollari rispetto alle stime precedenti. Un aumento che alimenta i timori sul fatto che gli investimenti in infrastrutture per l’intelligenza artificiale non siano ancora in grado di generare ritorni immediati.
Per il trimestre in corso, l’utile per azione rettificato viene stimato in un intervallo compreso tra 1,64 e 1,68 dollari, quindi sotto la previsione di consenso pari a 1,72 dollari. I ricavi sono attesi in crescita tra il 16% e il 18%, ritmo considerato modesto se confrontato con l’indicazione degli analisti, che puntavano a un miglioramento nell’ordine del 19,4%.
Anche i risultati del secondo trimestre fiscale, appena concluso, hanno mostrato un passo più debole del previsto sul fronte dei ricavi, dell’utile operativo rettificato e delle prospettive dei nuovi contratti cloud.
Oracle ha chiuso il periodo con un utile per azione rettificato di 2,26 dollari e ricavi pari a 16,06 miliardi. Le attese del mercato erano più prudenti sul fronte dei profitti (1,64 dollari) ma leggermente più ottimistiche sul giro d’affari, indicato in 16,19 miliardi. La divisione dedicata alle infrastrutture cloud ha messo a segno un incremento del 68%, raggiungendo i 4,08 miliardi di dollari. Nell’area software, invece, il fatturato è sceso del 3% fermandosi a 5,9 miliardi, appesantito dalla brusca frenata nelle nuove licenze, diminuite del 21% su base annua.
Gli obblighi di prestazione rimanenti – indicatore che anticipa i ricavi futuri – sono saliti del 438%, toccando quota 523 miliardi di dollari. Nelle settimane che hanno preceduto i risultati, il mercato ha concentrato l’attenzione soprattutto sulla massa di investimenti, spesso finanziati a debito, impegnati nello sviluppo delle capacità AI del gruppo. Questi timori hanno contribuito a raffreddare l’entusiasmo generato dai numeri pubblicati a settembre, quando il titolo inizialmente aveva reagito al rialzo prima di invertire la rotta.
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