Il nuovo censimento Istat certifica ancora una volta l’invecchiamento della popolazione italiana: per ogni bambino ci sono sei nonni. Dati allarmanti che mettono a rischio la tenuta del sistema economico, sociale e previdenziale. Nel 2024 la popolazione è scesa a 58.943.464 individui. Calo più marcato nel Mezzogiorno e nelle Isole, dove la popolazione diminuisce rispettivamente del 2,5 e del 2,8 per mille, mentre al Centro la flessione è più contenuta (-1,0 per mille). In controtendenza il Nord, dove sia il Nord-ovest sia il Nord-est registrano una crescita demografica, rispettivamente dell’1,4 e dell’1,2 per mille. Nella Provincia autonoma di Bolzano l’aumento più elevato (+4,0 per mille).
L’età media sale a 46,9 anni, in aumento di oltre tre mesi rispetto al 2023. Diminuisce la quota di bambini e ragazzi sotto i 14 anni, che scende all’11,9%, mentre cresce la popolazione anziana: gli over 65 rappresentano il 24,7% del totale. Aumentano in modo significativo anche i grandi anziani, che raggiungono 2 milioni e 410mila individui, pari al 4,1% della popolazione.
Il confronto tra generazioni diventa sempre più sbilanciato. Nel 2024, per ogni bambino sotto i 6 anni si contano sei anziani di 65 anni e più, un rapporto in continuo peggioramento rispetto agli anni precedenti. L’indice di vecchiaia sale così al 208%, contro il 200% del 2023 e il 149% del 2011. Le regioni più giovani restano la Campania e il Trentino-Alto Adige, mentre Liguria e Sardegna si confermano le più anziane.
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