A novembre il fabbisogno di energia elettrica in Italia è stato pari a 25,5 miliardi di kWh, in aumento dell’1,7% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Il valore è stato raggiunto con lo stesso numero di giorni lavorativi (20) e una temperatura media inferiore di 0,5°C rispetto a quella di novembre 2024. Il dato della domanda elettrica corretto da tali effetti è pari a +1,2%. E’ quanto emerge dai dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale guidata da Giuseppina Di Foggia.
Da gennaio a novembre, il fabbisogno nazionale è in diminuzione dello 0,8% rispetto al corrispondente periodo del 2024 (-0,4% il dato rettificato). L’indice IMCEI (Indice Mensile dei Consumi Elettrici Industriali) elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’, ha fatto registrare una crescita del 2,6% rispetto a novembre 2024: si tratta del terzo valore positivo consecutivo dopo una prima parte di anno in flessione. Correggendo il dato dall’effetto calendario, la variazione non cambia. In particolare, positivi i comparti della siderurgia, metalli non ferrosi, alimentari, meccanica e cemento, calce e gesso. Negativi i comparti della cartaria, mezzi di trasporto, ceramiche, vetrarie e chimica.
In termini congiunturali, la variazione della richiesta elettrica destagionalizzata e corretta dagli effetti di calendario e temperatura è in aumento dell’1,3%. In flessione la variazione congiunturale dell’indice IMCEI (-0,4%). L’indice IMSER (Indice Mensile dei Servizi), che Terna pubblica sulla base dei dati dei consumi elettrici mensili forniti da alcuni gestori di rete di distribuzione (E-Distribuzione, UNARETI, A-Reti, Edyna e Deval), e che viene presentato in differita di due mesi rispetto ai dati dei consumi elettrici industriali, ha fatto registrare, nel mese di settembre 2025, una variazione tendenziale positiva del 6,3%. Rispetto a settembre 2024, tutte le classi sono in aumento, eccetto commercio, finanza e assicurazione, istruzione, sanità e assistenza sociale, servizi veterinari.
Fonti rinnovabili coprono il 31,9% della domanda elettrica
Lo scorso mese la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’84,4% dalla produzione nazionale e per la quota restante (15,6%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il valore del saldo estero mensile è di 4 TWh, il 5,1% in più rispetto a novembre 2024. A livello progressivo, da gennaio a novembre 2025, l’import netto è in diminuzione del 7,5% rispetto ai primi undici mesi del 2024.
La produzione nazionale netta è risultata pari a 21,9 miliardi di kWh. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 31,9% della domanda elettrica (era il 33,9% a novembre 2024). In aumento la fonte termica (+4,4%), eolica (+2,3%) e geotermica (+1,9%); in crescita a due cifre la fonte fotovoltaica (+13,6%). L’incremento della produzione del fotovoltaico (+273 GWh) è dovuto al contributo positivo dell’aumento di capacità in esercizio (+358 GWh) e che compensa il minor irraggiamento (-85 GWh). In diminuzione la fonte idrica (-21,5%); tale variazione è in parte conseguenza dell’elevata idraulicità registrata nel 2024.
Da gennaio a novembre 2025 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 6.442 MW (di cui 5.798 MW di fotovoltaico).
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