Non solo oro. A brillare in questo scorcio finale di 2025 c’è anche il rame, arrivato a 12.000 dollari a tonnellata in seguito alle interruzioni delle miniere e le dislocazioni commerciali legate al programma tariffario del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Le interruzioni della produzione nelle miniere in America, Africa e Asia hanno accresciuto i timori che il mercato si stia avvicinando a un deficit significativo. Deutsche Bank stima che la produzione dei maggiori produttori di rame al mondo probabilmente diminuirà di circa il 3% quest’anno, con il rischio di ulteriori cali nel 2026.
Gli analisti di Morgan Stanley sostengono che il saldo delle scorte peggiorerà drasticamente il prossimo anno prevedendo che la domanda globale potrebbe superare l’offerta di circa 600.000 tonnellate nel 2026, segnando il deficit più grave degli ultimi due decenni.
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