Le eccellenze enogastronomiche tricolori spingono in avanti il turismo e danno un apporto significativo all’economia. A certificarlo sono i numeri presentati da Enit in occasione della Giornata della Ristorazione 2025: +176% nei soggiorni motivati da esperienze legate al cibo e al vino italiano, con 2,4 milioni di presenze e 395,5 milioni di euro di spesa internazionale, in aumento del +9% rispetto al 2023. Si tratta di dati che rafforzano il ruolo dell’enogastronomia come asset strategico in riferimento all’offerta turistica nazionale.
Se vent’anni fa le esperienze culinarie erano una componente accessoria dell’itinerario di viaggio, oggi il menù è cambiato: esse rappresentano una vera e propria leva attrattiva. Il trend si è consolidato, anche grazie alla crescente popolarità del Made in Italy agroalimentare sui mercati esteri.
“L’enogastronomia è sempre più un fattore identitario e attrattivo dell’industria turistica italiana:
con una spesa per la tavola che si avvicina ai 400 milioni di euro, le eccellenze agroalimentari
nostrane rappresentano un motore di crescita esponenziale per i flussi internazionali, nonché fonte
di benefici tangibili per le economie locali“, ha commentato il ministro del Turismo, Daniela Santanchè. “La nostra offerta, storicamente fondata su arte e cultura, quindi, si arricchisce in maniera strutturale di un segmento in grado di valorizzare quelle mete cosiddette minori che sono culla delle unicità più autentiche e genuine della tradizione italiana“, ha aggiunto l’esponente di governo, definendo il turismo enogastronomico un “volano di crescita per territori e comunità” in grado di diffondere “la vera essenza dell’Italia nel mondo intero“.
Regno Unito, Germania, Spagna e Stati Uniti si confermano i principali mercati di riferimento. Una geografia che non sorprende, considerata la capillarità dell’export italiano in quei Paesi e una correlazione ormai evidente: chi consuma italiano all’estero, torna in Italia per vivere l’esperienza in prima persona. Si parla così sempre più spesso di “turismo di ritorno enogastronomico”, una forma di fidelizzazione che passa dalla tavola. Il valore del comparto va letto anche in chiave strettamente economica: la spesa internazionale legata all’enogastronomia, infatti, non solo cresce a ritmi superiori alla media del turismo generale, ma si traduce in entrate ad alta marginalità, capaci di sostenere filiere agricole, ristorazione diffusa e territori minori.
“Sono sempre più numerosi i viaggiatori esteri che scelgono l’Italia per le esperienze enogastronomiche, valorizzando le eccellenze locali ed i territori. Attraverso l’unicità dei nostri prodotti facciamo conoscere il made in Italy all’estero, innestando una filiera produttiva che crea valore ed investimenti, grazie al ritorno in termini di spesa e soggiorni“, ha dichiarato Ivana Jelinic, ad Enit S.p.A., a commento dei dati sulla crescita esponenziale del settore.
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