Un esempio di ritorno alla terra d’origine è quello di Mariafrancesca Serra, responsabile nazionale Donne Coldiretti, che, dopo la laurea in Ingegneria Edile-Architettura, un master in costruzioni eco-sostenibili a Vienna ed una intensa esperienza in Giappone, decide di prendere in mano l’azienda paterna e porsi alla guida di un allevamento di pecore e di bovini a Usellus, nel cuore dell’Alta Marmilla (Oristano). Una scelta controcorrente dettata dall’amore per la sua terra e dal rispetto per il lavoro del padre che, malato, si era deciso a vendere l’azienda perché voleva per lei un futuro diverso. Lei invece oggi, con grande soddisfazione, vende latte, assiste ai parti, coltiva il foraggio per far mangiare gli animali e segue la transumanza, utilizzando però le più moderne tecnologie. Una pastora 5.0 nel rigoroso rispetto del benessere animale e la valorizzazione delle risorse naturali e rinnovabili con l’obiettivo di un allevamento sempre più hi-tech. Innovazione è la parola chiave della sua attività, basata anche sui principi della sostenibilità. Un impegno che riesce a conciliare con l’incarico di leader nazionale delle Donne Coldiretti che la porta spesso a confrontarsi con le altre imprenditrici in Italia e nel mondo, dalle quali raccogliere nuove idee. «Il mio – dice Mariafrancesca – è un lavoro, tradizionalmente considerato maschile, ma che oggi fa parte della nuova sfida sociale, per le tante donne che come me amano abbattere barriere e pregiudizi. Nella mia azienda ho puntato sulla tecnologia avanzata che mi consente di gestire il gregge di pecore e la mandria di bovini anche da lontano. Gli animali sono tutti registrati su un’app con un codice che permette di avere tutte le informazioni su come stanno e dove si trovano per poter intervenire in caso di bisogno». Con l’app viene fatta anche l’ecografia per gestire al meglio l’alimentazione durante la gravidanza e sapere quanti parti sono previsti e quanti agnellini o vitelli nasceranno. Un esempio di agricoltura “smart” (che vede sempre più spesso protagoniste le donne) che nel 2024 è arrivata ad interessare il 9,5% della superficie italiana e si concentra soprattutto sui software e sugli strumenti di supporto alle decisioni e di efficientamento dei fattori della produzione, secondo l’Osservatorio Smart Agrifood sull’innovazione tecnologica.
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