L’incertezza non è più un’eccezione, ma una costante del nuovo ordine finanziario globale. È questa la lezione appresa in questa prima metà del 2025, ormai agli sgoccioli. Dazi Trump a intermittenza, tensioni geopolitiche in aumento, una nuova crisi in Medio Oriente e il tanto discusso “Big Beautiful Bill” che agita le acque fiscali statunitensi. Lo scenario resta dominato da incognite. «Il resto dell’anno sarà un test di equilibrio tra rischi percepiti e catalizzatori reali. E se i mercati hanno insegnato qualcosa in questo 2025 è che la sorpresa può arrivare quando la fiducia sembra finita. Ma per coglierla, occorre visione. E pazienza», avverte Gabriel Debach, market analyst di eToro. Insomma, anche in un panorama incerto, si può trovare la giusta via. E questo primo semestre se non altro aiuta ad acquisire una maggiore chiarezza sulla traiettoria da seguire e a capire se occorre qualche aggiustamento nel portafoglio di investimento.
Un taglio ancora
Un probabile cambiamento duraturo verso dazi più elevati condizionerà il ritmo di crescita tra le due sponde dell’Atlantico. Gli esperti sono concordi nel ritenere che il contesto si farà più inflazionistico e la crescita globale darà segnali di affaticamento ma una recessione è esclusa. Di fronte a questo scenario, la maggior parte degli operatori opta per un solo ulteriore taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea e della Federal Reserve nel resto del 2025.
Opportunità fuori da Wall Street
Con gli investitori sempre più diffidenti verso gli Stati Uniti, l’attenzione si sposta altrove. Europa e Asia sembrano offrire le migliori opportunità. «Prevediamo che le azioni non statunitensi sovraperformeranno nel resto dell’anno, trainate dai mercati azionari europei e asiatici», sostiene Brian Levitt, global market strategist di Invesco. Dello stesso parere Kevin Thozet, membro del comitato investimenti di Carmignac: «Nonostante la grande attenzione di cui hanno goduto negli ultimi mesi, le azioni europee ed emergenti rimangono trascurate, sottovalutate e non adeguatamente apprezzate. La combinazione di stimoli fiscali di lunga durata, allentamento monetario e valutazioni iniziali attraenti, fanno ben sperare per i mercati azionari europei». È d’accordo anche Giulio Renzi-Ricci, head of asset allocation di Vanguard Europe: «Vediamo l’azionario statunitense continuare il recente trend positivo, ma strategicamente – guardando anche oltre il 2025 – siamo convinti che un approccio di diversificazione su azionario europeo e britannico abbia senso».
E tra i settori? I titoli tecnologici di Wall Street dovrebbero continuare a guidare i rendimenti azionari negli Stati Uniti, ma occorre fare attenzione alle valutazioni elevate, mentre i settori ciclici saranno i principali contributori in Europa.
A Milano radar sulle banche
Al momento Piazza Affari, in termini di performance, si posiziona sul podio delle migliori. L’ottimo momento del mercato azionario italiano è visibile anche dall’andamento dello spread Btp-Bund che, da fine maggio, viaggia costantemente sotto i 100 punti. Sul listino milanese «riteniamo che banche e utilities continueranno ad essere interessanti. – afferma Diego Toffoli, responsabile investimenti di Intermonte Advisory & Gestione – Oggi bilanci solidi e M&A sostengono il comparto finanziario, mentre i tassi Bce in calo sono un elemento che favorisce il settore delle utilities. Questi due comparti hanno tutte le carte in regola per continuare a sovraperformare il mercato anche per il resto dell’anno».
Oltre il Btp c’è di più
Sull’obbligazionario, le indicazioni sono meno uniformi. Tra i titoli di Stato, il Btp è atteso consolidare i recenti guadagni, beneficiando del miglioramento delle prospettive dell’Italia. Ma lo sguardo degli esperti si allunga anche verso i mercati emergenti in valuta locale.
Per quanto riguarda le scadenze, da Carmignac suggeriscono: «Meglio il debito a breve termine in euro, mentre negli Stati Uniti preferiamo le obbligazioni con scadenza a cinque anni. Inoltre, poiché il rischio di inflazione di lungo periodo è ancora sottovalutato dai mercati, è bene privilegiare i tassi reali a quelli nominali».
Rendimenti interessanti, oltre il 5%, sono attesi dal comparto dei bond corporate investment grade tra le due sponde dell’Atlantico, in particolare da tenere d’occhio le emissioni sul settore energetico e bancario.
Oro e Bitcoin osservati speciali
Tra gli investimenti alternativi, l’oro rimane osservato speciale. Secondo le stime di Unicredit, il metallo giallo potrebbe salire ancora e arrivare entro la fine dell’anno sui 3.500 dollari all’oncia. Spazi di rialzo anche per la criptovaluta più famosa al mondo: «La valutazione del Bitcoin potrebbe raggiungere, o addirittura andare oltre i 200.000 dollari entro la fine del 2025», sostiene André Dragosch, head of research europe di Bitwise AM. Mentre il petrolio, in questi giorni indiscusso market mover, dovrebbe stabilizzarsi sui 65-70 dollari al barile nel resto dell’anno, salvo sorprese.
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