Immaginate un settore industriale capace di generare un valore annuo di mille miliardi di dollari, una cifra pari al Prodotto interno lordo (Pil) della Svizzera. Non si tratta di una proiezione futuristica irraggiungibile, ma del potenziale – reale e misurabile – delle biotecnologie avanzate, secondo un recente report pubblicato dalla coalizione Advanced Biotech for Sustainability (AB4S), con il contributo di McKinsey & Company.
Ma non è solo una questione di numeri: la biotech non promette solo profitti, ma anche un impatto ambientale concreto. Le tecnologie avanzate basate sulla biologia potrebbero, se pienamente adottate, tagliare le emissioni globali del 5%, risparmiare l’equivalente di tre volte le emissioni dell’aviazione mondiale, ripristinare superfici di terreno grandi quanto l’India e risparmiare acqua pari a 3-6 volte il flusso annuale del Nilo.
La nuova era del biomanufacturing
“Siamo convinti che il futuro industriale dell’Italia passi dalla biologia”, afferma Massimo Portincaso, ceo di Arsenale Bioyards, realtà innovativa che punta a rendere l’Italia un hub del biomanufacturing, la nuova frontiera della produzione industriale. Qui, i protagonisti sono microrganismi, come lieviti, batteri e funghi, impiegati per sintetizzare molecole ad alte prestazioni in sostituzione di quelle di origine petrolchimica o animale.
Cuore pulsante di questa rivoluzione è la fermentazione di precisione, una tecnica in grado di riscrivere il Dna di microrganismi per produrre composti su misura, già utilizzata nel settore farmaceutico e ora pronta a conquistare l’agroalimentare, la cosmesi, l’edilizia e la chimica verde.
Un settore che ha bisogno di carburante (finanziario)
La strada, però, non è priva di ostacoli. Per sbloccare davvero il potenziale delle biotecnologie avanzate serviranno almeno 500 miliardi di dollari di investimenti entro il 2040, destinati in gran parte alla scalabilità della fermentazione industriale. Ma il gioco vale la candela: il ritorno economico è altissimo, e i benefici ambientali potrebbero segnare un punto di svolta globale.
In prima linea in questa corsa, Arsenale ha già avviato processi biotecnologici basati su lieviti, considerati organismi ideali per la loro efficienza e semplicità. Ma il futuro punta su organismi ancora più performanti, come funghi filamentosi, capaci di produrre molecole bioidentiche utili in una miriade di applicazioni industriali.
Una rivoluzione industriale…vivente
In un mondo in cerca di soluzioni radicali alla crisi climatica e all’insostenibilità dei modelli produttivi tradizionali, le biotecnologie avanzate rappresentano più di un’opportunità economica: sono una nuova rivoluzione industriale, in cui la scienza della vita si intreccia con l’industria per riscrivere le regole della produzione. Non con acciaio e fumi, ma con enzimi, cellule e codice genetico.
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