Sono più di 3.000 i morti per incidente stradale in Italia e oltre 224.000 i feriti. Nel 2023 il nostro Paese ha registrato uno dei peggiori tassi di mortalità in Europa. Le vittime per milione di abitanti superano la media dell’Unione europea e il 73% degli incidenti concentrati in città.
Non basta abbassare i limiti di velocità se le strade restano larghe, dritte, pensate per correre. È quanto emerge dal nuovo studio del Politecnico di Milano e del MIT Senseable City Lab, presentato ieri a Milano nel corso del forum The Urban Mobility Council, il Think Tank della mobilità, promosso dal Gruppo Unipol. L’intelligenza artificiale ha dimostrato che il design fisico delle strade incide più della segnaletica: solo se lo spazio urbano obbliga a rallentare, i limiti diventano efficaci.
Il Politecnico di Milano, in collaborazione con UnipolTech, ha sviluppato “RoadSafeAI“, un algoritmo predittivo che, partendo da immagini e dati telematici, stima con oltre il 95% di accuratezza le aree a rischio incidente. A Milano sono stati analizzati 25 km² e oltre 80.000 frenate brusche: il modello ha appreso come configurazioni urbane, incroci e visibilità influiscano sulla sicurezza. È in grado di operare anche senza dati in tempo reale, rendendolo replicabile in altri contesti urbani.
“Il progetto di ricerca ha sviluppato un modello di intelligenza artificiale in grado di stimare, a partire da immagini della rete stradale, il livello di rischio associato a diverse aree urbane”, ha commentato Sergio Savaresi, Direttore Dipartimento Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Politecnico di Milano e Membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council. “Questo modello è stato alimentato e istruito con una enorme quantità di dati telematici e ha dimostrato un’eccellente capacità di generalizzazione, riuscendo a predire con precisione la rischiosità di aree urbane non utilizzate per l’addestramento della rete neurale”.
L’obiettivo è quello di offrire strumenti alle amministrazioni per intervenire prima che l’incidente avvenga. Simulare l’effetto di una rotatoria, capire se un attraversamento pedonale andrà protetto, prevedere il comportamento dei conducenti in una nuova zona 30.
“Gli incidenti stradali, che provocano ogni anno oltre 3.000 morti, costituiscono un enorme costo sociale per il nostro Paese “, ha spiegato Enrico San Pietro, Group Insurance General Manager Unipol. “Per riprendere un percorso virtuoso di riduzione degli incidenti, i dati provenienti dai dispositivi telematici analizzati in profondità possono essere di grande aiuto, non solo come feedback costruttivi ai singoli automobilisti, ma ancora di più al fine di individuare i punti critici all’interno delle nostre città sui quali le amministrazioni pubbliche possano intervenire in modo mirato e tempestivo per migliorarne la sicurezza”.
Nonostante i progressi tecnologici, i dati sulla mobilità urbana restano impietosi. Secondo il primo Rapporto dell’Urban Mobility Council, realizzato con Isfort, meno dell’8% degli spostamenti in città avviene con mezzi pubblici, il 50% con auto private. Un’auto su quattro ha più di vent’anni. Il parco veicoli elettrici è fermo allo 0,7%.
“Gli effetti degli obiettivi normativi imposti dalla transizione ecologica stanno entrando concretamente nella vita e nelle tasche degli italiani, che ogni giorno si spostano per lavoro, famiglia e svago. Le cronache quotidiane raccontano soprattutto di nuovi blocchi, divieti e costi in crescita per i cittadini”, conclude Stefano Genovese, Head of Institutional&Public Affairs Unipol Assicurazioni e coordinatore del Think Tank. “Serve anche accompagnare la collettività con soluzioni, come quelle oggi offerte dall’IA e dai dati, che permettano di conciliare la necessità di muoversi liberamente con gli obiettivi di decarbonizzazione e aumento della sicurezza sulle strade”.
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