“Viviamo in un periodo di eccezionale incertezza”, ha esordito Bruno Rovelli, chief investment strategist di BlackRock Italia, durante la presentazione dell’Outlook di metà anno. I temi al centro dell’analisi sono la geopolitica, l’inflazione e la ristrutturazione delle catene produttive. Tutto ruota intorno a una trasformazione ancora in atto dell’economia globale, in cui anche i tradizionali riferimenti macroeconomici iniziano a vacillare.
“Questa incertezza è in parte causata dai policy maker”, ha spiegato Rovelli. “Negli Stati Uniti, gli indici di incertezza sulla politica economica e commerciale sono ai massimi dal 1985”. Il motivo principale è il tentativo americano di ridisegnare gli equilibri costruiti negli ultimi trent’anni. Ma “non è affatto chiaro in che direzione si andrà, né con quale velocità”. Un fattore centrale, secondo Rovelli, riguarda la perdita delle dinamiche cicliche classiche: oggi il deficit federale americano resta elevato anche in fasi di espansione, segnalando una fiscalità più strutturalmente espansiva e meno reattiva al ciclo.
E proprio la velocità è l’ostacolo principale alla riconfigurazione intrapresa dagli Usa: “La verità è che l’ordine economico globale non può essere modificato velocemente”. Le importazioni americane in settori come abbigliamento ed elettronica superano di gran lunga la produzione interna. “Non è così semplice riconfigurare catene produttive dove la tua capacità interna è solo una frazione di ciò che importi”. Allo stesso tempo, “gli Stati Uniti sono un significativo debitore verso l’estero”, e quindi devono “mantenere la fiducia del mercato dei capitali”.
È anche per questo che la strategia tariffaria si accompagna a un pacchetto fiscale in forte espansione, combinazione che genera un effetto ambiguo: le misure restrittive sul commercio riducono la spinta della politica fiscale e creano incertezza sulle reali traiettorie della crescita americana. Al 30 giugno, ha ricordato Rovelli, i dazi effettivi erano già tornati su livelli vicini al 15%. “Difficile che tornino ai picchi del 25 per cento raggiunti il 2 aprile, ma è comunque un livello molto significativo”. Secondo lo strategist, l’impatto si vedrà sull’inflazione e sul ritmo dell’economia globale, ma “non sarà sufficiente a provocare una recessione”, anche grazie agli stimoli espansivi introdotti in Europa e in Cina.
Per interpretare il quadro futuro, Rovelli suggerisce di concentrarsi sulle “megaforze”: digitalizzazione, intelligenza artificiale, transizione energetica, aumento delle spese militari, frammentazione geopolitica. Tendenze profonde che, indipendentemente dalle scelte di breve periodo, ridefiniscono i fondamentali dell’economia.
All’interno di questo contesto, BlackRock continua a preferire le azioni rispetto alle obbligazioni. “Le azioni europee hanno sottoperformato quelle americane per oltre vent’anni”, ha ricordato Rovelli. Anche se la politica fiscale Ue è oggi più espansiva, “il delta di produttività resta importante, soprattutto nei settori tecnologici”. Tuttavia, alcune aree del mercato europeo offrono valutazioni attraenti. “Il settore finanziario europeo mostra miglioramenti non solo ciclici, ma anche strutturali”, grazie alla fine dell’era dei tassi negativi, a un contesto regolatorio più favorevole e a una maggiore propensione al risparmio. Lo stesso vale per le utility: “L’intelligenza artificiale e il riscaldamento globale stanno spingendo la domanda elettrica. Potremmo passare da una crescita dello zero a un 3-4 per cento nei prossimi anni”.
Anche il Giappone rientra nelle aree sovrappesate. “Sta uscendo strutturalmente dalla deflazione, ha migliorato la governance aziendale e vede un’accelerazione degli investimenti domestici nel mercato azionario”. A supportare la dinamica, secondo Rovelli, è anche un cambiamento nel comportamento dei risparmiatori locali, che iniziano a spostarsi da liquidità e depositi verso strumenti azionari, incentivati da nuove formule fiscali più favorevoli.
Più complessa la lettura del mercato cinese. BlackRock mantiene una posizione neutrale. “Il problema della Cina non è tanto la crescita macroeconomica, ma la difficoltà di trasformarla in performance azionaria”, ha spiegato Rovelli. L’elevata presenza di aziende statali e la concorrenza interna molto intensa in settori strategici come l’automotive rendono difficile sostenere la redditività delle imprese quotate.
Titoli di Stato: Spagna e Italia le preferite in Ue
La preferenza si estende anche al reddito fisso. “Una volta coperto il rischio di cambio, i titoli europei offrono rendimenti migliori rispetto a quelli americani”. In particolare, il term premium – cioè il premio richiesto per detenere bond a lunga scadenza – risulta ancora troppo basso negli Stati Uniti per giustificare investimenti sulla parte lunga della curva. “L’Europa offre oggi un rapporto più favorevole tra rischio e rendimento, sia nei titoli governativi che nel credito”.
Tra i Paesi europei, la Spagna è in cima alle preferenze di BlackRock: “Forti fondamentali di crescita, un surplus delle partite correnti e un listino con esposizione rilevante a utility e finanziari”, ha spiegato Rovelli. L’Italia, insieme alla Spagna, resta tra i mercati obbligazionari favoriti anche per via della stabilità percepita sul fronte politico.
Quanto al dollaro, “sembra sopravvalutato rispetto ai fondamentali”, anche se “il suo ruolo di valuta di riserva non è in discussione”. In un contesto di maggiore volatilità, BlackRock vede nell’oro una copertura efficace, sia come strumento di hedging nei regimi instabili, sia per effetto delle strategie di diversificazione delle riserve valutarie da parte dei Paesi emergenti.
Infine un focus sul credito privato: “Le aziende restano private più a lungo. Questo implica che il finanziamento avviene sempre più fuori dai mercati pubblici”. È un fenomeno che si intreccia con i vincoli dei bilanci pubblici e con la regolamentazione bancaria post-2011. “Il debito privato sarà una delle asset class a crescita più rapida nei prossimi anni”. Un’evoluzione che si accompagna anche alla crescente domanda di infrastrutture, considerate oggi da BlackRock come “l’area naturale di convergenza delle grandi trasformazioni strutturali”.
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