A quarantotto ore dal doppio vertice che lunedì 14 e martedì 15 luglio definirà una volta per tutte il destino del polo siderurgico di Taranto sale la pressione dei sindacati sul Governo, cosi come salgono le probabilità che a passare sia il “piano B”.
“Nessuno vuole la nave di rigassificazione a Taranto” ha ribadito il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, riassumendo il confronto con i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione sulle proposte avanzate dal Governo per la decarbonizzazione dell’ex Ilva nell’ambito dell’accordo istituzionale di programma. Le proposte sono due: tre forni elettrici e tre impianti di preridotto insieme, con la nave del gas a Taranto, non a 12 miglia dalla costa, ma in porto o comunque in prossimità del porto; oppure, solo i tre forni elettrici a Taranto (1 a Genova) e gli impianti di preridotto da un’altra parte, probabilmente a Gioia Tauro dove è già previsto un rigassificatore terrestre.
Il sindaco – vero ago della bilancia – ha detto di essere più propenso ai soli forni elettrici che ai forni elettrici in combinata agli impianti di preridotto. Ma quest’ultimo è il materiale di carica dei forni e se a Taranto non ci fosse il Dri, il preridotto necessario bisognerebbe farlo arrivare al siderurgico. Circa gli esuberi che si determinerebbero con l’abbandono della nave di rigassificazione il sindaco di Taranto sostiene: “Le persone che servono al Dri sono circa 700. Si calcola circa 250 a impianto e ne sono stati previsti tre. Con loro dobbiamo quindi confrontarci. Certo, hanno ragione sull’occupazione. I sindacati devono difendere il lavoro, non la cassa integrazione”.
Una posizione che sembra portare la trattativa verso la seconda soluzione. Tanto piu che il sindaco ha annunciato di avere in preparazione una lettera per il ministero dell’Ambiente dove si chiedono “chiarimenti sul responso che l’Istituto superiore di Sanità ha dato in merito alla Valutazione d’impatto sanitario su una produzione annua di 6 milioni di tonnellate di acciaio, Vis presentata dall’azienda per il rinnovo-riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale”.
Intanto sale la pressione sindacale. “Non accetteremo di fare le comparse o prendere atto di ciò che decideranno il governo e gli enti locali. Prima di sottoscrivere qualsiasi accordo vogliamo sapere come si difendono tutti i posti di lavoro, se ci sono le condizioni del risanamento ambientale e della continuità produttiva, discutendo del piano industriale. Per questo abbiamo chiesto un incontro urgente al ministro Urso e alla presidenza del Consiglio per lunedì“, ha detto il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella.
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