Non arretra di un passo Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Banca Mps, che durante la conference call con gli analisti ha ribadito con forza la determinazione dell’istituto senese a portare avanti l’Ops su Mediobanca.
“Siamo un istituto bancario serio. Vogliamo creare la terza forza bancaria sul mercato italiano e siamo molto determinati a farlo. E dall’inizio di quest’anno tutta la struttura, tutto il management, tutto il cda si sta concentrando proprio sul raggiungimento di questo obiettivo e siamo convinti, motivati e impegnati appieno per raggiungerlo”, ha detto Lovaglio.
Al centro dell’operazione c’è l’obiettivo strategico di acquisire una quota di controllo in Piazzetta Cuccia. “Siamo perfettamente in linea con i nostri piani. L’obiettivo è acquisire il 66,67% del capitale azionario di Mediobanca”, ha ribadito il ceo. “È un’opportunità unica di crescita”, ha aggiunto, sottolineando il valore industriale dell’integrazione.
Rispondendo a una domanda sulla fattibilità del progetto anche in caso di adesioni inferiori alle attese, Lovaglio ha chiarito: “Riteniamo che il risultato della nostra offerta sarà positivo ma anche al di sotto del 50% riusciremo ad ottenere delle sinergie. Ovviamente ci vorrà un po’ più di tempo per realizzarle ma noi siamo stati prudenti nel fissare le sinergie a 700 milioni e riteniamo che avendo una visione più ravvicinata di Mediobanca potremo rivedere le sinergie e arrivare a questo tipo di sinergie nei primi tre anni anche con meno del 50%”. In ogni caso, oltre a migliorare la redditività, la fusione consentirà di aumentare la dotazione di capitale del Monte e, successivamente, anche di proseguire l’M&A verso nuovi obiettivi. Tant’è vero che Lovaglio ha anche rivolto un messaggio diretto agli azionisti di Mediobanca. “La nostra offerta non mira a sostituire i punti di forza di Mediobanca, ma a liberare completamente il loro potenziale abbinandolo a quello di Mps”, ha sottolineato.
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Sul fronte dei crediti fiscali, il Ceo ha aggiunto che “per poter accelerare le Dta dobbiamo consolidare lo stato patrimoniale ottenendo il 50% più un’azione di Mediobanca, ma anche al di sotto riusciremo ad accelerare le Dta anche se in tempi più lunghi”.
Una posizione netta anche rispetto all’atteggiamento tenuto finora da Alberto Nagel. “Quello che possiamo vedere è un approccio strategico abbastanza erratico, posizioni che cambiano senza seguire una ratio chiara, condizioni che cambiano all’improvviso e un atteggiamento difensivo che pone l’accento sulla protezione piuttosto che sulla creazione di valore”, ha affermato Lovaglio. “Va contro il nostro approccio coerente, trasparente, concentrato sulla creazione di valore che abbiamo sempre mantenuto in tutto questo periodo. La nostra offerta non mira a sostituire i punti di forza di Mediobanca. Noi rispettiamo quello che persone di talento sono riuscite a creare negli ultimi ottant’anni, ma la nostra offerta mira a liberare completamente il loro potenziale abbinandolo a quello di Monte Paschi”.
L’Ops, tuttavia, non modificherà gli accordi di distribuzione. “Con Axa abbiamo una partnership molto valida, continuiamo a vedere crescere i flussi in entrata nel trimestre”, ha precisato Lovaglio aggiungendo che “l’accordo scadrà nel 2027 e seguiremo un approccio costruttivo per capire cosa fare a quella data. Abbiamo una notevole flessibilità che deriva dalla nostra posizione capitale molto forte, dall’efficacia della nostra rete, dalle nostre capacità e competenze nel collocare questi prodotti. Se dovesse andare a buon fine l’operazione con Mediobanca, poi, avremo opportunità aggiuntive che deriverebbero da Generali, ovviamente se Generali ha intenzione di avviare una partnership anche con noi”.
A conclusione della call, un passaggio chiave sul fronte remunerazione degli azionisti, che tocca da vicino anche il pubblico di Mediobanca in vista di una possibile integrazione: “Il pay out è qualcosa a cui stiamo pensando. Vedremo come si evolverà la performance nella seconda parte dell’anno ma siamo fiduciosi che potremo anticipare il pay out ratio del 100% già nel 2025”, ha affermato Lovaglio, che ha aperto anche all’ipotesi di un dividendo ad interim sul modello Mediobanca, “per non creare una situazione meno positiva” per i soci in caso di fusione.
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