Al tempo dell’intelligenza artificiale e delle transizioni digitali, un’altra trasformazione dalle grandi potenzialità scorre silenziosa: quella del settore idrico. “A differenza del clamore e dell’euforia che circondano l’IA, gli investimenti nel settore idrico possono sembrare calmi e poco appariscenti. Tuttavia, mentre i mercati si lasciano trasportare dal potenziale dell’IA, le opportunità di crescita a lungo termine nelle infrastrutture idriche passano inosservate”, osserva al riguardo un’analisi di Robeco, società olandese di gestione patrimoniale, elaborata da Dieter Kuffer.
L’acqua, argomenta l’esperto, è al centro di un flusso di capitali pluridecennali, con una dinamica di investimento che unisce resilienza, sostenibilità e ritorno economico. “Vi sono alcune notizie trascurate in diverse regioni del mondo, da cui si evince il forte slancio della spesa in progetti legati all’acqua. I flussi di finanziamento sono di notevole portata, poiché riguardano investimenti pluridecennali e da miliardi di euro destinati a soluzioni lungo l’intera catena del valore dell’acqua”, si legge nell’analisi.
Acqua, il caso italiano
Il caso italiano dimostra quanto l’acqua sia diventata una priorità infrastrutturale. In Emilia-Romagna, colpita da una devastante alluvione nel settembre 2024, si è avviato un piano da 1,2 miliardi di euro per oltre 100 progetti. Non si tratta solo di riparare, ma di ricostruire con visione preventiva: “ripristinare le reti idriche collassate e costruire infrastrutture per gestire le acque piovane al fine di prevenire alluvioni e danni in futuro”.
Parallelamente, il governo italiano ha deciso di intervenire su un’altra criticità cronica: la scarsità d’acqua. Con 600 milioni di euro, si punta a modernizzare i sistemi igienico-sanitari e incentivare il riutilizzo delle acque reflue in ambito industriale. “Il comune di Calvisano in provincia di Brescia illustra come vengono impiegati questi fondi a livello comunale”, scrive Kuffer, citando l’esempio dell’impianto da 81 milioni inaugurato per l’irrigazione e l’industria. Un segnale che indica “una transizione strutturale nella gestione dell’acqua”.
Dresda, l’industria dei semiconduttori incontra la strategia idrica
L’analisi di Robeco si sofferma anche su come le grandi catene industriali europee stiano incorporando l’acqua nelle proprie strategie di lungo periodo. A Dresda, in Germania, il più grande polo europeo di semiconduttori avrà bisogno di quantità crescenti di acqua. Si prevede che la domanda nella Silicon Saxony “sia destinata a raddoppiare (e forse a triplicare) nei prossimi decenni”. Il piano d’investimento da 630 milioni di euro mira a raccogliere e trattare l’acqua del fiume Elba per usi industriali, con un’efficienza di riutilizzo dell’80-90%. Un segnale che, secondo l’analista, conferma un trend rilevante: l’acqua non è solo bene naturale, ma anche driver competitivo nei settori hi-tech.
Il caso Zurigo
La Svizzera, con l’investimento da 186 milioni di euro per deviare le acque del fiume Sihl a Zurigo, mostra cosa significa anticipare il rischio anziché subirlo. Il progetto, spiega Robeco, è “finalizzato a ridurre al minimo il rischio di inondazioni improvvise e i relativi danni, il cui costo economico potrebbe superare i 7 miliardi di euro”. Nonostante la probabilità stimata sia di una piena ogni 500 anni, “gli scienziati dell’Ipcc avvertono che il cambiamento climatico sta alterando profondamente i sistemi meteorologici, rendendo più frequenti e intensi eventi che un tempo erano rari”. È la logica della resilienza sistemica: investire oggi per evitare i danni di domani.
Pfas, la minaccia invisibile
Non meno strategico è il fronte della qualità. La regione parigina dell’Île-de-France ha deciso di combattere l’inquinamento da Pfas — le sostanze chimiche “eterne” — con un piano da 1 miliardo di euro. “La nuova tecnologia, che si basa su una combinazione di nano-filtrazione e osmosi inversa a bassa pressione, sarà in grado di catturare particelle 100.000 volte più piccole del diametro di un capello umano”.
L’intervento, già in fase operativa nei tre impianti chiave di Val-de-Marne, Seine-Saint-Denis e Méry-sur-Oise, risponde a una crisi sanitaria ed ecologica di crescente gravità. E conferma che la qualità dell’acqua sarà sempre più al centro delle politiche pubbliche e degli investimenti privati.
Il maxi-piano Ofwat
“Inghilterra e Galles: risolvere i problemi idrici con flussi di investimenti”, scrive Kuffer, citando il piano AMP8 da 126 miliardi di euro autorizzato da Ofwat nel 2024. L’aumento rispetto al ciclo precedente è del 76%, segnale che il problema è stato preso di petto. Dopo anni di trascuratezza, che hanno portato alla perdita di un quinto dell’acqua trattata e a bacini quasi prosciugati durante le estati 2022 e 2023, ora si investe in nuovi serbatoi, reti intelligenti, sistemi di stoccaggio delle piogge. È una svolta tardiva ma decisiva, che dimostra come la governance idrica stia cambiando volto.
“In un’epoca dominata dall’euforia – si legge infine nell’analisi di Robeco – per le grandi narrazioni dell’innovazione, l’acqua resta una scommessa solida, meno appariscente ma non meno redditizia. Un’infrastruttura diffusa, una domanda stabile, una crescente attenzione normativa e sociale: tutti elementi che la rendono una classe di investimento sempre più attrattiva”.
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