Un ribaltamento storico si sta imponendo sulla scena dei mercati obbligazionari europei. Per la prima volta da decenni, i titoli di Stato francesi a breve scadenza hanno raggiunto quasi gli stessi rendimenti dei Btp italiani. Da un lato la Francia, seconda economia dell’Eurozona, tradizionalmente percepita come affidabile e sicura. Dall’altro l’Italia, segnata dalla crisi del debito sovrano del 2011, quando il differenziale con i Bund tedeschi superò i 500 punti base e i decennali andarono a livelli prossimi al 7 per cento. Durante quella fase, i Btp decennali rendevano più di 4 punti percentuali in più rispetto agli Oat francesi. Oggi il divario tra i due Paesi si è ridotto a soli undici punti base: i Btp decennali offrono il 3,56 per cento, contro il 3,45 per cento degli Oat francesi.
Secondo le analisi di Commerzbank la forbice di rendimento è destinata ad annullarsi, anche in virtù della politica di spesa espansiva tedesca che potrebbe accelerare un percorso di convergenza dei bilanci a livello europeo.
L’instabilità politica francese
Il mutamento finanziario riflette un rovesciamento politico. Un tempo l’Italia veniva considerata più inaffidabile rispetto alla Francia a causa della cronica instabilità dei governi. Oggi è la Francia a mostrare segnali di inaffidabilità. Più alto è il rendimento, più oneroso diventa per uno Stato raccogliere capitali: un segnale diretto della minore fiducia dei mercati. Il fatto che i rendimenti italiani e francesi siano ormai quasi allineati indica che gli investitori percepiscono i due Paesi come esposti a un rischio analogo.
L’improvviso scioglimento dell’Assemblea nazionale deciso da Emmanuel Macron nel luglio 2024 ha prodotto un’Assemblea senza maggioranza, condannando il Paese a una fase di stallo che ne limita la capacità riformatrice. Negli ultimi dodici mesi i rendimenti francesi a dieci anni hanno superato la soglia del 3 per cento, spinti dalle preoccupazioni per le finanze pubbliche e da un clima politico incerto. Il differenziale con i titoli italiani si è ristretto a circa 14 punti base, scendendo in alcuni scambi fino a 11 punti base. In pratica Francia e Italia sono ormai egualmente affidabili dai creditori.
La Francia, a lungo considerata tra i debitori più affidabili dell’Eurozona, oggi mostra segnali di deterioramento creditizio, mentre l’Italia, pur gravata da un debito vicino al 140% del Pil, beneficia della disciplina fiscale e di una stabilità di governo inedita.
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