Quasi la metà dei lavoratori in Italia utilizza l’intelligenza artificiale. La percentuale è passata dal 12 per cento del 2024 al 46 per cento del 2025 e sale al 59 per cento per i manager. I dipendenti che la usano sono invece il 39 per cento. Lo mette in luce la seconda edizione studio “EY Italy AI Barometer” che ha coinvolto oltre 4.900 intervistati provenienti da 9 Paesi europei, di cui 539 professionisti di imprese italiane in diversi settori.
Oltre l’80 per cento degli intervistati valuta positivamente la propria esperienza con l’IA. A fare da traino all’espansione della nuova tecnologia è soprattutto l’utilizzo nella scrittura di testi, diffusa nel 60 per cento degli intervistati.
Lo sapevamo già da un anno che questo sarebbe stato un trend destinato a crescere. Nel 2024 il 69 per cento dei manager aveva coscienza che l’IA avrebbe avuto un impatto diretto sul proprio ruolo. Anche il 49 per cento dei dipendenti ne era consapevole. Il 74 per cento dei manager è inoltre convinto di conoscere in che modo utilizzare eticamente questa nuova tecnologia, contro il 47 per cento dei dipendenti. La maggior parte dei dipendenti indica che la leadership della propria azienda incoraggia attivamente l’implementazione e l’integrazione delle tecnologie e iniziative legate all’intelligenza artificiale.
Il nodo della formazione
Spinoso il tema della formazione: secondo la metà dei manager, i dipendenti sono stati adeguatamente formati per utilizzare l’IA. Ma solo il 20 per cento dei dipendenti si sente capace.
La maggior parte dei lavoratori ha in ogni caso compreso che è fondamentale per il futuro saper usare l’IA e per questo il 64 per cento sta investendo nella propria formazione privatamente. In Italia siamo i primi per investimenti in corsi sull’IA, seguiti da Spagna e Germania.
Il 77 per cento degli abituali utilizzatori dell’IA prevale un atteggiamento positivo e consapevole sul futuro, a differenza del 23 per cento di chi non la utilizza, per cui prevalgono ansie e timori.
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