La settimana si apre con la politica in primo piano. Oggi pomeriggio il primo ministro francese François Bayrou affronta la prova della fiducia parlamentare. Le probabilità di vittoria sono scarse: sarebbe il terzo premier dell’era Macron a cadere in meno di un anno. “Una sfiducia – commenta Gabriel Debach, market analyst di eToro – aprirebbe un nuovo fronte di instabilità politica, con il rischio di un secondo bilancio consecutivo non approvato entro dicembre e pressioni crescenti sui costi di finanziamento”. Lo spread tra i titoli francesi a dieci anni (gli OAT) e i Bund a dieci anni è salito negli ultimi cinque anni da 29 a quasi 79 punti base. Non stupisce che l’indice azionario francese CAC40 nel 2025 segni un modesto +4,9%, ben lontano dal +21,7% dell’Italia e dal +28,7% della Spagna. La probabile sfiducia a Bayrou avvierà il processo che porterà alla nomina di un nuovo primo ministro che sarà incaricato principalmente di elaborare la legge di bilancio 2026.
Si preannuncia dunque un autunno complesso. Lo dimostra anche l’exploit dell’oro, che continua la sua corsa arrivata al momento a quota 3.600 dollari. Tornando a questa settimana, giovedì sarà la giornata più calda con un doppio appuntamento rilevante per i mercati: la riunione della Banca centrale europea (Bce) e l’inflazione Usa di agosto.
Riunione Bce, attenzione alle nuove previsioni
Giovedì la Bce annuncerà la sua decisione di politica monetaria a cui seguirà come di consueto la conferenza stampa della presidente Christine Lagarde. Il mercato si aspetta una conferma dei tassi attuali per la seconda volta consecutiva dopo l’accordo commerciale raggiunto con gli Stato Uniti che riduce i rischi sulla crescita. Anche Lagarde dovrebbe confermare l’approccio data dependent, senza fornire indicazioni o particolari volontà di un nuovo taglio dei tassi da qui a fine anno. Il mercato guarderà soprattutto alle nuove proiezioni macroeconomiche che potrebbero essere diverse da quelle presentate solo lo scorso giugno.
Focus su inflazione Usa in vista della Fed
Sempre giovedì arriverà l’inflazione degli Stati Uniti di agosto. Un numero chiave, dopo quelli sul mercato del lavoro di venerdì scorso, in vista della riunione della Federal Reserve del prossimo 17 settembre. Sull’inflazione il consensus è al 2,9% dal 2,7% per quella generale e core (cioè depurata dalle componenti più volatili come alimentari ed energia) stabile al 3,1% e il focus sarà in particolare sull’effetto dei dazi. Nel frattempo, comunque, il mercato si è posizionato su tre tagli dei tassi nei tre meeting del 2025, con il primo già nella prossima riunione.
Apple sorvegliata speciale
Un altro appuntamento importante sarà sul fronte societario. Domani, 9 settembre, infatti è l’Apple Day. Il gruppo della Mela presenterà i nuovi prodotti con l’ultimo iPhone. Ma il mercato valuterà e guarderà soprattutto se ci saranno novità per quanto riguarda l’intelligenza artificiale. Ambito in cui Apple sembra essere rimasta indietro rispetto alle rivali.
Movimenti del petrolio sott’occhio
Oggi occhio al petrolio che si sta muovendo in maniera inaspettata verso l’alto, nonostante la riunione dell’OPEC+ nella riunione del fine settimana abbia optato a sorpresa per un rialzo della produzione da 137.000 barili al giorno per ottobre. “Il rimbalzo del petrolio – spiega il team di Mps Market Strategy – potrebbe essere attribuito a un mix di fattori: aumento della produzione inferiore come entità rispetto ai due mesi precedenti; necessità di verificare se i livelli teorici saranno poi effettivamente tramutati in maggiore produzione/export; dubbi sulla possibilità di una tregua a breve della guerra in Ucraina a causa dell’intensificazione degli attacchi nell’ultimo periodo”.
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