Ieri sera il mercato americano ha assistito alla più grande crescita intraday degli ultimi decenni. In un solo giorno, le azioni dell’azienda di cloud Oracle sono crescite del 29%, spingendo l’indice S&P 500 verso un nuovo record storico (6.513 punti) e rendendo il cofondatore, Larry Ellison, il secondo uomo più ricco al mondo, superando Mark Zuckerberg e Jeff Bezos, e avvicinandosi sempre di più a Elon Musk.
Sembra evidente che l’azienda californiana stia godendo dell’impennata della domanda per le infrastrutture per data center da parte delle startup focalizzate sull’intelligenza artificiale.
Oracle: un rally che continua
I dati, nonostante sorprendenti, arrivano in coda a un lungo periodo di crescita. Solo qualche settimana fa, l’amministratore delegato di Oracle, Safra Catz, aveva parlato di un trimestre sorprendente che ha visto l’azienda californiana firmare ben quattro accordi multimiliardari con diversi clienti. Inoltre, ha riferito che l’azienda ha in essere 455 miliardi di dollari di obbligazioni residue di prestazione, ovvero contratti con i clienti firmati ma non ancora pagati.
All’inizio del 2025, Oracle ha firmato un accordo di partnership con OpenAI e SoftBank per il progetto Stargate da 500 miliardi e, anche in coda al nuovo contratto da 30 miliardi all’anno firmato a luglio, Wall Street era pronta a un aumento delle prenotazioni, ma non aveva previsto un aumento così forte nel suo portafoglio di attività future. Insomma, se questi guadagni verranno confermati, la società aggiungerà 208 miliardi alla sua capitalizzazione di mercato, con il titolo a 312,65 dollari, portando la valutazione complessiva a 878,2 miliardi
Catz ha sottolineato che i progetti attuali su Oracle Cloud Infrastructure spingeranno i ricavi del 77% (18 miliardi) quest’anno e che dovrebbero arrivare a 144 miliardi entro il 2031. Una previsione che supera di quasi il 60% i 91 miliardi previsti da Wall Street.
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