L’Europa non sta solo tenendo il passo, ma in alcuni casi lo sta dettando. L’indice Eurostoxx 50 è salito dell’11% da inizio anno, ma alcuni mercati nazionali hanno fatto ancora meglio: il Dax tedesco è a +19%, l’italiano Ftse Mib segna un +26% e addirittura lo spagnolo Ibex è a +35%. A trainare questa crescita sono stati in particolare i settori bancario e assicurativo, mentre telecomunicazioni, utility e industriale hanno fornito supporto costante. Inoltre, il rafforzamento dell’euro ha reso più conveniente investire nei titoli europei rispetto che su Wall Street. E, secondo la casa d’affari Candriam, l’autunno potrebbe riservare buone sorprese per i listini targati Europa. Per tre motivi principali:
1. La nuova spinta fiscale della Germania
La prima ragione è la svolta fiscale-industriale della Germania. Non se ne parla più tanto sulla stampa, è un fattore sostanziale. La commissione bilancio di Berlino ha presentato un piano per il 2025 che prevede investimenti pubblici record e una chiara priorità sulla difesa. E, secondo Candriam, occorre guardare adesso con attenzione alla sua realizzazione.
Questo nuovo orientamento potrebbe rilanciare gli ordini industriali e offrire nuove opportunità, soprattutto ora di fronte ai ribassi registrati dai fornitori tedeschi di infrastrutture e difesa che rappresentano punti di ingresso interessanti. “Gli indicatori corretti per la crescita sostengono la possibilità di un ulteriore rialzo per il Dax, data l’accelerazione prevista degli utili nei prossimi due anni”, sottolinea Nadège Dufossé, global head of multi-asset di Candriam.
2. Il fattore Ucraina e il premio di rischio
La guerra in Ucraina continua a pesare sull’economia europea, ma qualsiasi segnale di distensione potrebbe ridurre il cosiddetto “premio di rischio” e rendere più attraenti le azioni europee.
Una de-escalation aiuterebbe soprattutto le aziende energivore e quelle cicliche, legate ai consumi interni. In alternativa, se il conflitto dovesse continuare, è probabile che gli investimenti nel settore difesa continueranno a crescere.
3. Il ciclo politico della Francia
Le recenti dinamiche di sfiducia e le tensioni sul bilancio hanno fatto impennare lo spread tra i titoli francesi e quelli tedeschi, portando alcuni investitori a uscire dal mercato francese.
Ora la situazione si sta stabilizzando e, secondo Candriam, il peggio potrebbe essere già stato scontato dai mercati. Questo potrebbe aprire la strada a una rivalutazione di alcune aziende francesi, soprattutto se la situazione politica resterà sotto controllo. “Il nostro scenario di base è meno drammatico, in quanto la situazione sembra gestibile per i mercati e la storia fiscale della Francia è politica piuttosto che sistemica”, afferma l’esperto di Candriam.
Per questi tre motivi, le azioni europee appaiono oggi più interessanti, sia per i fondamentali economici sia per i prezzi più accessibili rispetto ai titoli statunitensi. Restando selettivi e monitorando i rischi. Candriam infatti avverte che la visione positiva sui mercati europei potrebbe cambiare se lo spread OAT-Bund (tra titoli francesi e tedeschi) dovesse salire ancora, segnalando una nuova crisi o il ritmo degli ordini industriali in Germania dovesse rallentare più del previsto oppure i dati economici dell’Eurozona peggiorassero sensibilmente, mettendo in discussione la ripresa delle piccole e medie imprese.
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