I private asset tirano più della Borsa? Giovanni Tamburi, founder e amministratore delegato di Tamburi Investment Partners, guru italiano degli investimenti lo aveva detto con spirito pionieristico: «Voglio investire di più sulle società fuori dai listini». E a qualche anno di distanza dalla sua dichiarazione d’amore per le società non quotate, lo sprint sorprende. La galassia degli “outsider”, se così possiamo definire chi sceglie di crescere fuori dalla Borsa, ha vinto sui concorrenti illustri la cui crescita, nella galassia Tip, non si spinge oltre il 5% (vedi tabella in pagina).
Da segnalare, spiega Equita Sim in un report, oltre al balzo di Bending Spoons (+99%) le performance di Apoteca Natura (+54%), Vianova (+22%), Alpitour (+17%), Chiorino (+5,1%), Eataly (+4,4%) e la resilienza di Limonta (+1,8%) e Beta (-1,9%, anche se con pressione sul margine).
Guardando alle prime tre sul podio, la software house milanese di cui Tip ha il 3,3% ha chiuso il primo semestre con un fatturato di 524 milioni, con un ebitda margin oltre il 50%, avviandosi dunque a superare il miliardo a fine anno. Nel 2024 aveva chiuso a 622 milioni (+72,5%). Bending Spoons, secondo Cb Insight, ha raggiunto un anno fa la valutazione di 2,55 miliardi di dollari (primo fra gli unicorni italiani, seguita da Satispay e Scalapay), ma l’Opa su Vimeo ha alzato il potenziale del gruppo.
Rilevante anche il boom di Apoteca Natura, la rete internazionale che riunisce oltre 1.300 farmacie indipendenti tra Italia, Spagna, Portogallo e Francia che mette a segno un raddoppio con fatturato a 40 milioni. Così come lo sprint di Vianova, società per la trasformazione digitale delle imprese con 53 milioni di fatturato nel primo semestre 2025.
Sempre nel 2025, poi, Tip ha beneficiato degli effetti contabili relativi all’operazione su Alpitour che diventando una controllata ha comportato contabilmente un provento in capo ad Asset Italia, pro quota registrato da Tip, di 64,6 milioni.
Insomma, a guardare questo spaccato di investimenti, i private asset rendono nel momento forse più inaspettato: se è vero che il contesto finanziario è molto volatile, i corsi di Borsa sono sostenuti e sui massimi. Il nuovo trend va dunque registrato. Nel 2025, gli investimenti in asset privati come private equity, private debt e venture capital stanno continuando a offrire opportunità di rendimento e diversificazione, con un crescente interesse per settori come l’energia e la sostenibilità.
Nel 2024, gli investimenti nei private asset, che includono asset privati non quotati come private equity, private credit e real estate, hanno visto un aumento significativo, con il private equity globale che ha raggiunto 10,8 trilioni di dollari, mentre in Italia si è riscontrato un incremento del 14% negli investimenti in private equity e venture capital, superando i 2 miliardi di dollari e aumentando l’attenzione verso le piccole e medie imprese.
Ma come si fa a investire in società non quotate? Si può accedere a strumenti come l’equity crowdfunding, che permette di diventare soci di startup o Pmi tramite piattaforme online, approcciare il private equity, attraverso fondi specializzati che investono in aziende private, o diventare business angel tramite investimenti diretti in startup. Altri metodi includono i club deal, accordi di gruppo per investire insieme, o acquistare quote direttamente dagli azionisti esistenti.
Di fatto Tamburi agisce però come un “azionista attivo”, partecipando alla crescita delle società attraverso aumenti di capitale, acquisto di pacchetti azionari, patti di governance e l’integrazione di “add-on” sinergici (operazioni finanziarie in cui il private equity ha già acquistato un’azienda target in un determinato settore e utilizza questo investimento come piattaforma per acquisire altre aziende).
Non a caso, nell’outlook sui conti del primo semestre, l’azienda afferma di guardare «con grande interesse ad acquisizioni strategiche e sinergiche come add-on di quasi tutte le società partecipate, peraltro sempre più bersagliate da offerte rivenienti da private equity con difficoltà a disinvestire e da aziende con strutture patrimoniali deboli mentre, come Tip, continuiamo ad osservare le molte proposte di acquisto che arrivano, ma con un interesse ancora cauto a causa del persistere di pretese valutative che a nostro avviso non incorporano adeguatamente le prospettive per noi logiche».
E nel 2026? Dopo il risultati dei private asset il gruppo si attende «una prossima riscoperta delle nuove quotazioni in Borsa, ma come sbocco intelligente, in chiave anche qui strategica, di numerose nostre partecipate».
Insomma, la Borsa e i canale quotazione non sono affatto esclusi dalla strategia di investimento di Tip, ma solo dopo un attento “tagliando interno”.
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