Brilla di luce propria, senza cercare approvazioni. Senza rincorrere i consensi plateali del mercato. Il vero lusso sfavilla così, con discrezione. Instaurando un dialogo quasi intimo tra chi lo indossa e il tempo che attraversa. La nuova frontiera dell’esclusività è lontana dalle vetrine scintillanti dei marchi più modaioli; nasce invece nell’incontro tra la maestria artigiana e il desiderio personale di unicità. Grazie a questo binomio prendono vita le migliori creazioni della gioielleria su misura, espressione di un lusso autentico che va oltre il semplice ornamento. Dagli anelli alle collane, dagli orecchini ai cammei, ogni pezzo racconta una storia plasmata dall’abilità dei maestri orafi e dalla scelta di materiali rarissimi. I monili customizzati sono così diventati un asset che muove affari e transazioni milionarie, in un contesto più ampio – quello dell’alta gioielleria – che a livello globale vale quasi 200 miliardi. «I grandi brand sono ormai diffusi ovunque, dunque i loro prodotti sono inflazionati. I social media poi hanno reso tutto visibile, quasi scontato. I veri ricchi stanno quindi tornando a un lusso più autentico e antico: nella gioielleria questo si traduce in oggetti di altissimo pregio commissionati su misura», spiega a Moneta Amedeo Scognamiglio, designer e co-fondatore di Faraone Mennella, maison tutta italiana che da oltre vent’anni si muove nel firmamento dell’alta gioielleria su misura. Chi si avvicina a questo mondo lo fa in genere con il desiderio di commissionare un oggetto dalla forte identità, lontano dalle linee standardizzate delle linee prêt-à-porter.
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«I nostri clienti sono personalità di spicco della finanza, attori di Hollywood, grandi capitani d’industria. Dalla realizzazione artigianale di un piccolissimo campionario di pezzi preziosi siamo arrivati a collaborare con la stilista Carolina Herrera, così ci siamo aperti al mondo dell’alta moda», racconta ancora Scognamiglio, che ha realizzato gioielli per la principessa di Giordania, per Nancy Kissinger, ma anche per star del piccolo e del grande schermo come Oprah Winfrey, Kim Cattrall, Cameron Diaz, Jennifer Aniston e Meryl Streep. Quest’ultima, in particolare, ha indossato le creazioni di Faraone Mennella ne Il diavolo veste Prada e la notizia è che questo sodalizio si rinnoverà nell’attesissimo sequel del celebre film, le cui riprese si svolgeranno anche a Milano nei prossimi mesi.
Nel sequel del film cult
«Torneremo a impreziosire Meryl Streep e proseguiremo così un lavoro avviato anni fa per il mondo del cinema», conferma Scognamiglio, spiegando come le creazioni per il grande schermo richiedano attenzioni specifiche: «C’è un copione da seguire, i gioielli non devono riflettere troppo la luce né devono fare rumore». Ma questo non è chiaramente un problema, anche perché l’essenza gioielleria su misura è proprio quella di assecondare desideri, necessità, sogni e capricci di chi la indossa. Per questo, il prezzo di ogni creazione è solo un dettaglio di secondaria importanza. «Chi compra un anello o una collana di alta gioielleria si focalizza sul pregio della creazione, sulla rarità delle pietre che la impreziosiscono e sulla novità di quell’articolo all’interno di una più ampia collezione. Non accade come nelle tradizionali boutique, dove si guarda anche al listino prima dell’acquisto», osserva ancora il designer. Anche per questo, le cifre che i clienti dell’alta gioielleria sono disposti a spendere possono arrivare anche a sei zeri senza particolare difficoltà.
A fare il valore di ogni creazione – spiega ancora Scognamiglio – sono innanzitutto i materiali utilizzati. «L’oro in questo momento è ai massimi storici, ma questo non cambia le abitudini d’acquisto della fascia altospendente, che invece punta molto sul pregio della manifattura». Chi disegna gioielli su misura può quindi sbizzarrirsi e arricchire ogni pezzo con pietre rare e preziosissime. «Oggi le più apprezzate e richieste sono gli opali australiani, gli zaffiri rari come il padparadscha, il mandarin garnet, la tormalina Paraiba, una pietra preziosa dal blu brillante al verde diventata ricercata e costosa dopo la chiusura delle miniera in cui si estrae. E poi rubini, smeraldi». Di fronte a questi tesori è persino superfluo addentrarsi nel terreno delle carature e delle quotazioni, perché – come spesso accade nel mondo del lusso – non esistono limiti. Nel mercato internazionale della gioielleria d’alta gamma, alcune gemme hanno infatti raggiunto valori da capogiro, superando ogni record. Il diamante rosa Pink Star, battuto all’asta per oltre 71 milioni di dollari, detiene il primato assoluto come pietra preziosa più costosa mai venduta. Altri esempi straordinari includono il Blue Moon of Josephine, un raro diamante blu da 12 carati, acquistato per 48,4 milioni, e il Sunrise Ruby, un rubino birmano da 25 carati, venduto per 30 milioni.
Creazioni a 18 carati
Dai laboratori di Faraone Mennella sono uscite anche creazioni estremamente sofisticate, come una scacchiera da gioco in marmo bianco e nero, con diamanti incastonati, realizzata per un facoltoso cliente americano. Tra i pezzi più suggestivi realizzati dalla maison italiana c’è anche un medaglione portafortuna per il regista Spike Lee e indossato da quest’ultimo sul red carpet degli Oscar 2018, che lo videro vincitore: un gioiello in oro 18 carati, con al centro un opale di fuoco cabochon 17 carati, decorato da 2 carati di pavé di diamanti. E poi ci sono oggetti meno impegnativi ma altrettanto preziosi, che rappresentano un nuovo status symbol dell’esclusività: i cammei su misura. Si tratta di gioielli incisi a rilievo su materiali stratificati, come conchiglia, corniola, onice o agata. «Nelle nostre boutique a Capri e New York e sono molto richiesti».
Vista la rarità e l’esclusività che li caratterizza, i gioielli su misura sono a tutti gli effetti beni rifugio e da investimento destinati ad aumentare il loro valore nel tempo. In questi casi, però, il business non appare l’obiettivo principale di chi acquista o indossa certi capolavori di arte orafa. «I clienti – spiega Scognamiglio al riguardo – non commissionano gioielli per poi rivenderli o cederli a qualcun altro. La soddisfazione è quella di sapere che, a distanza di anni, certi pezzi sono entrati a far parte di collezioni importanti». Ecco spiegato, perché, a differenza della tradizionale gioielleria, il segmento haute couture e su misura non sta attraverso un periodo di crisi. E anzi, sta crescendo nel volume e negli ordini. «Lavoriamo per raggiungere l’eccellenza, non per compiacere il mercato dei prodotti in serie». L’esclusività del pezzo unico è il vero plusvalore.
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