L’Italia è al sesto posto nel mondo per email rubate, al ventiduesimo per carte di credito in circolazione e al sedicesimo in Europa per numeri di telefono compromessi, usati spesso per truffe come smishing o phishing. Lo rivela un’indagine dell’osservatorio Cyber del Crif, che mette in luce come nel primo semestre del 2025 siano stati inviati oltre 1.180.000 alert per esposizione di dati personali online. La maggior parte delle segnalazioni, pari a 1.150.000, riguarda il dark web, che rimane il principale canale di scambio illecito di informazioni digitali. Crescono però anche i casi sull’open web, dove le notifiche hanno raggiunto quota 33.700, in aumento del quarantatré per cento rispetto al semestre precedente.
Nel nostro Paese, oltre un terzo degli utenti, pari al 36,4 per cento, ha ricevuto almeno un alert. Nella stragrande maggioranza dei casi, pari all’ottantasei virgola sette per cento, la violazione riguarda dati intercettati sul dark web. Il nostro Paese occupa il sesto posto a livello globale per indirizzi e-mail rubati, il ventiduesimo per carte di credito in circolazione illegale e il sedicesimo in Europa per numeri di telefono compromessi, utilizzati spesso come base per campagne di smishing e phishing.
Le regioni con il maggior numero di alert sono Lazio con il 17,1 per cento, Lombardia con il 14,7 per cento, Sicilia con il 9,3 per cento e Campania con il 7,9 per cento. Se si considera la popolazione, risultano più esposti gli abitanti di Molise, Piemonte, Umbria e Valle d’Aosta. Dal punto di vista anagrafico, le fasce più coinvolte sono quelle tra i 51 e i 60 anni con il 26,7 per cento, seguite da 41-50 anni e over 60, entrambe pari al 25,6 per cento.
Sul fronte dei dati esposti, l’open web mostra principalmente e-mail con il 51,6 per cento e codici fiscali con il 43,8 per cento, mentre sul dark web prevalgono le credenziali di accesso. Nel 91,7 per cento dei casi compaiono email abbinate a password, e nel 42,1 per cento emergono numeri di carte di credito completi di data di scadenza e codici di sicurezza, un dato in crescita di oltre 11 punti rispetto al semestre precedente.
L’analisi evidenzia anche l’emergere di nuove truffe. Si diffonde la frode dei QR code contraffatti, applicati su parcometri o luoghi pubblici, che rimandano a siti malevoli per sottrarre dati e denaro. Altra pratica in forte aumento è la cosiddetta truffa dei like, veicolata attraverso social e app di messaggistica, che promette facili guadagni in cambio di interazioni online e si trasforma in schema fraudolento.
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