Il tema della difesa è più caldo che mai in Europa dove, a giugno, si è deciso di alzare la spesa al 5%. Questo cambiamento ha spinto al rialzo i rendimenti delle aziende di difesa, dai droni alla cybersecurity, passando anche agli elicotteri militari. Per allinearsi a questo cambiamento di traiettoria e diventare un attore cruciale anche nella corsa al riarmo in Europa, BNP Paribas, dopo 15 anni, ha allentato la politica che le impediva di finanziare “armi controverse”, ovvero armi con effetti indiscriminati e che causano danni e lesioni indebiti.
Questo perché, secondo l’istituto di credito francese, il termine “armi controverse” era considerato troppo generico e poteva comprendere attività come la produzione di alcuni tipi di droni, che oggi ricoprono un ruolo più fondamentale che mai.
Aumenta la spesa in difesa e Bnp si allinea
Questo non significa però che Bnp Paribas oggi investe in ogni tipo di armi, ma ha sicuramente aumentato il suo spazio di azione, aumentando così la portata e l’entità dei prestiti della banca all’industria della difesa. Ora, infatti, distingue tra armi autorizzate dai principali accordi internazionali e quelle che non lo sono.
L’istituto francese non è l’unico a cambiare prospettiva: iI cambiamento arriva mentre anche altre banche europee si preparano ad aumentare i prestiti ai produttori di armi, dato che i governi stanno intraprendendo una storica spinta al riarmo a seguito delle pressioni degli Stati Uniti per aumentare la spesa e delle crescenti minacce al blocco da parte della Russia di Vladimir Putin.
Difesa e sostenibilità ora vanno a braccetto
Per anni il settore della difesa è stato lasciato in un angolo, con molte società che sostenevano di essere vittima delle norme Esg che, in molti casi, sconsigliavano gli investimenti in armamenti, costringendo così alcuni produttori di armi a rivolgersi ai mercati privati.
Ora la situazione è sicuramente cambiata e anzi, nel tentativo di agevolare gli investimenti nell’industria europea degli armamenti, a giugno la stessa Commissione ha chiarito che le aziende del settore della difesa erano perfettamente conformi alle norme ambientali, sociali e di governance, ad eccezione dei produttori di armi vietate a livello internazionale, come le mine antiuomo.
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