Tutto ebbe inizio durante la pandemia del Covid quando le case d’asta, al pari delle gallerie, dovettero escogitare alternative rispetto ai tradizionali canali di vendita: le aste appunto, luogo di assembramento per eccellenza, proprio come le fiere d’arte.
Così, mentre da un lato si moltiplicavano gli eventi sulle piattaforme online, dall’altro si scoprirono le potenzialità delle private sales, le vendite private one to one al riparo da occhi e media indiscreti, ossimoro di un mercato globale che viaggia sempre più sui social. Da allora in poi, le case d’asta non si sono più fermate, incentivando un segmento ormai sempre più imprescindibile alla luce di un calo di fatturato medio totale di oltre il 20% per le aste tradizionali.
Le vendite riservate di singole opere fuori-asta sono invece in continua ascesa, facendo registrare un fatturato annuale di 1,5 miliardi di dollari per Christie’s e 1,4 miliardi di dollari per Sotheby’s. Malgrado il muro di riservatezza richiesto da venditori e compratori, filtrano spesso notizie di “aggiudicazioni” eclatanti, come la vendita nel 2024 di un dipinto di Mark Rothko (“No. 6 Viola, Verde e Rosso”) alla cifra record di 100 milioni di dollari.
Ma quali sono le principali ragioni di questo trend che, almeno all’apparenza, sta mettendo sempre più in concorrenza le case d’asta con i mercanti d’arte tradizionali? «Beh, cominciamo a dire che già il nostro fondatore James Christie gestiva regolarmente vendite private, tra cui la più celebre fu, nel XVIII secolo, la vendita della magnifica collezione d’arte raccolta dal Primo Ministro della Gran Bretagna, Sir Robert Walpole, a Caterina la Grande di Russia, che andò a costituire il nucleo della collezione dell’Hermitage», fa presente Cristiano De Lorenzo, Managing Director di Christie’s Italia; «detto questo, le private sales sono oggi parte integrante e complementare del business globale di Christie’s: un servizio su misura, non vincolato al calendario delle aste, per il quale offriamo la stessa competenza e professionalità. Nell’ultimo anno le abbiamo incrementate attraverso le nostre selling exhibition, 22 mostre solo nel 2024 sia online che in differenti sedi (Dubai, Hong Kong, Parigi, Londra, Macao, Bangkok, New York)».
Vere e proprie mostre, dunque, con opere destinate ad acquirenti speciali, non solo anonimi privati, ma spesso anche musei come nel caso, restando in casa Christie’s, del dipinto After the Audience di Sir Lawrence Alma Tadema e La Psyché (The Full-length Mirror) di Eva Gonzales entrati a far parte della collezione della National Gallery di Londra, oppure opere di Monet e Degas acquistate dalla Walker Art Gallery di Liverpool. «La scelta tra asta o vendita privata non dipende tanto dal tipo di venditore o acquirente, quanto dalla singola opera. Valutiamo ogni oggetto caso per caso, considerando se sia più adatto all’asta o a una vendita riservata», spiega Henry Highley, responsabile delle Vendite Private per la londinese Phillips che ha recentemente presentato la mostra “Crossing Borders” dedicata al Modernismo del Sud-est asiatico, e prima ancora “New Terrains” a New York, una mostra di importanti opere d’arte contemporanea dei nativi americani.
«Queste esposizioni – sottolinea Highley – facilitano relazioni che spesso culminano in transazioni private e, in molti casi, portano anche a partecipazioni future alle aste”. La competizione con i mercanti d’arte sarebbe però un falso problema, anzi il rapporto può rivelarsi sinergico: “Anche le gallerie comprano dalle case d’asta, in trattativa privata, opere per conto di propri clienti o vendono opere che in un’asta pubblica correrebbero il rischio di rimanere invendute – sottolinea Alessandro Guerrini, amministratore delegato di Finarte – Diciamo che quello delle private sale è una linea di business ulteriore, adatta a una ristretta cerchia di possibili acquirenti come musei e istituzioni, enti con processi decisionali talvolta incompatibili con la velocità delle aste. Nel 2024, ad esempio, Finarte ha finalizzato una trattativa privata con il Ministero della Cultura per riportare a Napoli una rara edizione della Scienza Nuova di Giambattista Vico con annotazioni e correzioni autografe attribuite al filosofo partenopeo. Il bene è stato acquistato dalla Biblioteca Nazionale per 90.000 euro».
Il trend viene seguito anche da Wannenes, casa d’asta italiana per la quale le vendite private incidono fino al 20 per cento del fatturato. «Abbiamo curato le private sales per i più svariati tipi di opere – dice il direttore di dipartimento Giacomo Abate – dalla vendita allo Stato Italiano per 1.200.000 euro di una grande pala di Lodovico Brea fino ad un importante arredo in marmo venduto proprio quest’anno per 400.000 euro, e poi ancora – solo per citarne alcuni – uno straordinario centrotavola in bisquit, il ritratto di Agostino Doria Juniore di Bernardo Strozzi, uno raro presepe commissionato dai Savoia. I requisiti da soddisfare sono sempre qualità, rarità, conservazione e provenienza».
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