Frigoriferi e pance vuote: gli acquisti di beni alimentari in Italia crollano dal lato dei volumi ma aumentano in valore. Tradotto, si compra di meno ma si spende di più. A evidenziarlo i nuovi dati Istat sui consumi ad agosto. Le vendite al dettaglio hanno registrato, rispetto al mese precedente, un calo sia in valore (-0,1%) sia in volume (-0,3%). Per quel che riguarda il dato tendenziale, ad agosto le vendite al dettaglio hanno registrato una variazione positiva dello 0,5% in valore e una diminuzione dell’1,3% in volume. Va peggio però proprio agli alimenti: le vendite di beni alimentari aumentano in valore (+1,6%) e calano in volume (-2,2%).
“Gli italiani continuano a dover stringere la cinghia e a spendere di più per mangiare sempre meno. Traducendo in euro il dato dei volumi consumati su agosto 2024, le spese alimentari per una famiglia media scendono su base annua di 240 euro a prezzi del 2024. Una coppia con 2 figli acquista 347 euro in meno di cibo”, ha spiegato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Dati sconfortanti! Si torna in territorio negativo, dopo la variazione congiunturale nulla di luglio. Quanto alle vendite alimentari, il rialzo su base annua è una presa in giro! È, infatti, un indicatore negativo, visto che attesta solo l’esagerato rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari che in agosto sono decollati del 4%”. “Il gap tra vendite in valore, salite dell’1,6%, e quelle in volume, crollate del 2,2%, è pesante e allarmante, pari a 3,8 punti percentuali. Gli italiani continuano a dover stringere la cinghia e a spendere di più per mangiare sempre meno. Traducendo in euro il dato dei volumi consumati su agosto 2024, le spese alimentari per una famiglia media scendono su base annua di 240 euro a prezzi del 2024”.
Critica anche Assoutenti, che stima “un taglio di spesa per l’acquisto di cibi e bevande da complessivi 1,6 miliardi di euro all’anno”. Il presidente Gabriele Melluso aggiunge: “A pesare su tale situazione è la crisi delle materie prime che sta portando a sensibili rialzi dei prezzi per prodotti alimentari di largo consumo, beni che registrano in alcuni casi una inflazione a due cifre che costringe i consumatori a cambiare abitudini e ridurre gli acquisti”.
Analisi confermata dai dati sull’inflazione: ad agosto, a fronte di un incide generale all’1,6% (in lieve calo), gli alimentari sono saliti del +3,4%. Stessa musica a settembre: inflazione stabile ma carrello della spesa a +3,6%.
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